Ben confezionato, accompagnato e maneggiato con grande cura. Quattro casse sono appena arrivate al Louvre-Lens. Quattro opere conosciute, viste da tutti gli scolari nei loro libri di scuola. Le Quattro Stagioni di Arcimboldo si sono svolte nella nuova Galleria del Tempo del museo Lensois che sarà inaugurata il 4 dicembre 2024. Il museo è in pieno svolgimento.
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Uno dopo l’altro i quadri vengono tirati fuori dalle casse. Utilizzando una torcia, vengono quindi esaminati attentamente. Opere che sono “un’immagine di Epinal della nostra infanzia”, afferma Annabelle Ténèze, direttrice del Louvre-Lens.
Le Quattro Stagioni di Arcimboldo sono sapientemente installate sulle pareti della Galleria del Tempo del museo Lensois. Per due anni saranno uno dei pezzi centrali di questo nuovo sviluppo.
Ritratti di busto e di profilo che lavorano in coppia. L’inverno guarda alla primavera. L’autunno guarda l’estate. Ogni volta, un uomo, una donna.
Tutti li conoscono per immagini, a volte senza sapere chi ne sia veramente l’autore. O da quale periodo provengono.
Annabelle Ténèze, direttrice del Louvre-Lens
“Ciò che sorprende delle Quattro Stagioni di Arcimboldo è che tutti le conoscono per immagini, a volte senza sapere chi sia veramente l’autore. O a che epoca siano. Perché quando le guardiamo, si potrebbe avere l’impressione del loro umorismo, della loro stranezza che potrebbero essere opere surrealiste così come opere del Rinascimento, così come sono.”
Composizioni di frutta, fiori, piante, ortaggi. Un’allegoria dell’abbondanza, ma anche una rappresentazione delle quattro età della vita, del tempo che scorre, stagione dopo stagione.
Dipinti accattivanti e sorprendenti a diversi livelli di lettura. “È come la quintessenza di tutti i generi pittorici: ritratto, natura morta, paesaggio. Ci sono tutti i generi riuniti in quattro opere, penso che sia anche questo a creare il fascino”. dice Annabelle Ténèze.
È come la quintessenza di tutti i generi pittorici: ritratto, natura morta, paesaggio. Ci sono tutti i generi riuniti in 4 opere, credo che sia anche questo a creare il fascino.
Annabelle Ténèze, direttrice del Louvre-Lens
Giuseppe d’Arcimboldo dipinse questi dipinti negli anni 1563 e 1573. Il pittore milanese dell’epoca era riconosciuto per la sua arte.
Con il Four Seasons si apre anche per il Louvre-Lens una nuova pagina nell’intrattenimento culturale offerto ai visitatori e agli abitanti della regione. Annabelle Ténèze dice : “Sono dipinti con enigma, con umorismo, dipinti da riscoprire, con la doppia immagine: possiamo vedere questi ritratti, queste stagioni, e anche provare a riconoscere tutte le piante. Renditi conto che alcuni sono molto comuni o non sono presenti come i pomodori. O che la patata sia molto recente per il continente europeo, poiché è conosciuta solo dall’incontro tra il continente americano e quello europeo, cioè non molto tempo prima di questi dipinti.”
Uno dei giochi di fronte a queste sorprendenti opere è, senza dubbio, provare a dare un nome a ciascuna pianta dipinta da Giuseppe Arcimboldo. Il direttore del Louvre-Lens sfoggia davanti a loro un sorriso radioso : “Trovo che assumano un significato incredibile in questo museo che è in mezzo a un parco. C’è anche un legame molto forte, con il fatto che abbiamo questo parco, questo luogo di vita, i lavori dell’orto. dicono di noi tanto quanto un ritratto del tempo, quanto un ritratto della botanica dell’epoca.”
Chiusa dalla fine di settembre, la Galerie du temps riprende gradualmente vita. Anche se i visitatori devono ancora aspettare prima di poter passeggiare, l’eccitazione è ogni giorno. Con giornate più o meno cariche di emozione.
Pochi giorni prima dell’arrivo dei capolavori dell’Arcimboldo, un sarcofago egiziano varcava le porte del Louvre-Lens. Uuna busta in cartone policromo, che ricopriva le spoglie di un membro del clero della civiltà di Tebe in perfetto stato di conservazione, databile al 900 a.C.
Conservato per due anni nelle riserve del Louvre, il complesso funerario è stato trasportato nella Galleria del Tempo, con la massima precauzione. Racconta Hugo Descamps, che partecipa all’installazione : “Siamo su qualcosa di eccezionale, non siamo abituati a lavorare con questo tipo di lavori, cerchiamo di essere il più attenti possibile”.
Presente al viaggio, lo spiega Emeline Marquilly, direttrice delle opere di antichità egiziane al Louvre : “lIl rischio maggiore nella conservazione degli oggetti è lo spostamento e la movimentazione, a maggior ragione il trasporto. Lì l’oggetto ha viaggiato il più tranquillamente possibile.
Ogni volta che un oggetto conservato in un museo viene spostato, viene attentamente esaminato dai funzionari addetti alla conservazione. Chinandosi sopra la testa ricoperta di foglia d’oro, vecchia di quasi tre millenni, Alexandra Bouckelyoen, restauratrice d’arte, si confida in questo momento sempre intenso : “Sto controllando le aree in cui la policromia e le aree dipinte sono sollevate o mancanti. Guardo se la bilancia è mobile, se si muove oppure no. Se si muove bisognerà stabilizzarlo, ma non è così.”
Per questi esperti, lavorare su un’opera del genere rimane un privilegio : “Anche quando li vediamo tutti i giorni, tutto l’anno, siamo ancora di fronte a oggetti che hanno diverse migliaia di anni, è una testimonianza di una civiltà che continua fino a noi.”dice Emeline Marquilly.
Accanto alla busta mortuaria viene poi posta la vasca vasca, che ha ulteriormente subito i segni del tempo. Il sarcofago racconta la storia del defunto che arriva alle porte dell’aldilà. Hélène Bouillon, mdirettore della conservazione e delle mostre, descrive la scena : “Vediamo il defunto portato per mano dal Dio Orus davanti al Dio che presiede a tutti i morti, Osiride. Questo è qualcosa che fanno tutti i defunti, vengono portati davanti a un tribunale e il giudice supremo, il dio dei morti Osiride, giudicherà se gli potrà essere concessa una nuova vita.
Il sarcofago occupa un posto maestoso nella nuova Galleria del Tempo. Sono quasi 250 le opere in fase di installazione. Ancora un po’ di pazienza, sarà inaugurato il 4 dicembre 2024.
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