Solo, del gruppo Assassin, rivelato nello show Cricca da mercoledì 27 novembre su Canal+ essendo stato vittima in adolescenza del dj americano.
Solo, figura emblematica del rap francese con il gruppo Assassin e pioniere della breakdance in Francia, ha rivelato che durante la sua adolescenza era stato un “vittima” del dj americano e precursore dell’hip-hop Afrika Bambaataa, già accusato di violenza sessuale su minori negli Stati Uniti. “Confrontarsi con un predatore, soprattutto con qualcuno che ammiri, è la cosa più difficile”.ha confidato mercoledì nello show Cricca su Canal+.
L’artista è uno dei rari francesi ad aver vissuto dall’interno i primi passi dell’hip-hop negli Stati Uniti, al fianco di pionieri, tra cui Afrika Bambaataa, che lo ospitò all’epoca. Il DJ americano gode di un’aura ancora più forte da quando ha co-fondato nel 1973 la Zulu Nation, un’organizzazione che difende la pace e lotta contro la violenza delle gang newyorkesi facendo affidamento sui valori trasmessi dalla musica hip-hop e le sue diverse discipline.
“Predatore sessuale”
Nella sua autobiografia Scrivi il mio nome sulla tua listapubblicato a metà novembre da Massot, Solo menziona di aver assistito a una scena di violenza sessuale su un minore durante il suo soggiorno all’Afrika Bambaataa, senza ulteriori dettagli. Dice anche: “Una sera Bambaataa mi chiama in soggiorno mentre sta guardando un film porno. Provo disagio, ma non mi muovo. In questo preciso momento capisco che tocca a me diventare il suo giocattolo”. Solo, che dice di avere 17 anni all’epoca, descrive questo episodio come «un passaggio molto spiacevole, ma inevitabile»senza fornire ulteriori dettagli.
Alla domanda su questo episodio in Criccadi cui parla l’artista “comportamenti del tutto inappropriati” da parte di Bambaataa, che ha messo “oltre quarant’anni” poter evocare. “Avevo bisogno di sviluppo e sostegno personale, anche solo per riconoscere che ero una vittima”aggiunge nello spettacolo. Il pilastro degli Assassini specifica che lo era “a mille miglia dall’immaginare la portata del fenomeno” riportato alla luce anni dopo, chiamandolo Bambaataa “predatore sessuale”.
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The Zulu Nation, organizzazione che rappresenta l’hip-hop e i suoi valori nel mondo, ha preso le distanze dal suo leader Afrika Bambaataa nel 2016, in seguito ad accuse di violenza sessuale su minori, da lui sempre negate. Nello stesso anno, Ronald Savage, artista e produttore hip-hop, lo accusò di aver abusato di lui alla fine degli anni ’70, quando aveva 15 anni. Sono emerse altre testimonianze, tra cui quella di una vittima anonima, fino ad allora convinta di essere l’unica in questa situazione.
Il 9 agosto 2021, un altro attore anonimo ha intentato una causa presso la Corte Suprema del Bronx, accusando Afrika Bambaataa di aver abusato sessualmente di lui per un periodo di quattro anni all’inizio degli anni ’90, quando aveva solo 12 anni. Afferma inoltre di essere stato vittima del traffico sessuale orchestrato dal rapper. L’AFP ha cercato di ottenere una reazione da Afrika Bambaataa tramite il suo account Instagram, ma non ha ottenuto immediatamente alcuna risposta.
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