Gabriel Diana è un pittore, scultore e bronzista corso. Inizialmente ha intrapreso la carriera di ingegnere prima che il suo amore e la passione per l’arte e la creazione prendessero il sopravvento. Estetismo greco classico ed estetismo etrusco in un omaggio alla Toscana dove è nato, con il sublime come filo conduttore. Il demiurgo che è lui ritrova quindi i suoi personaggi, figure minimaliste in bronzo, ridotte all’essenziale. Il suo motore trainante resta la sensibilità, che scopriamo attraverso i 4.000 m² del Museo Dian’Arte a Borgo, in Corsica. È a Roanne che le sue opere adornano le strade della città e in una mostra alla Maison des Métiers d’art della città.
franceinfo: A 82 anni capiamo che la meraviglia è ancora lì. Qual è il motore della creazione oggi?
Gabriele Diana: Penso che un artista sia un cieco tenuto per mano da un bambino. Quindi la meraviglia deve essere quotidiana. E poi c’è la ricerca costante, il lavoro su me stesso.
“Continuo a scoprire, continuo a imparare con l’umiltà necessaria a chi vuole crescere.”
Gabriele Dianasu franceinfo
All’inizio c’è questo ragazzino, madre francese, padre italiano. Arriva un momento in cui le cose non funzionano con la famiglia. Cosa ricordi di questa infanzia?
Volevo diventare un artista. Ho iniziato a disegnare e scarabocchiare quando ero molto giovane, a sei o sette anni. E in casa c’erano due cose assolutamente proibite: parlare il corso – bisogna parlare il francese, bisogna imparare il francese – e soprattutto lavorare come artista perché erano depravati, dissoluti, la gente moriva di fame. E ho concluso la mia vita parlando corso e lavorando come artista. Ciò dimostra semplicemente che tutto si evolve nella vita.
Nel 1950 farai dei corsi accademici, ma ho l’impressione che ci sia già questo amore per l’arte, questa attrazione per l’arte che entra nella tua vita.
Quindi l’attrazione per l’arte è nata quando sono nato io, questo è innegabile. Inevitabilmente ho sempre disegnato. All’età di otto anni mia madre mi iscrisse ad un’accademia di pittura a Bastia e lì imparai a tenere i pennelli in mano. Durò un anno o due. L’arte mi ha sempre seguito, mi ha sempre inseguito e non potrei farne a meno. Successivamente ho studiato ingegneria, avevo due grandi aziende, con una facevo 18.000 tavole da windsurf all’anno, con l’altra ero all’avanguardia tecnologica perché quella creatività non mi ha mai abbandonato. Quando vedi una palla di plastica per l’illuminazione pubblica, la prima al mondo, sono stato io a svilupparla per la General Electric americana, il primo serbatoio di plastica, sono stato io a lavorarci per la Porsche.
“Sono sempre stato in prima linea”.
Gabriele Dianasu franceinfo
La creatività è sempre stata dentro di me. E quando i miei importanti amici industriali lombardi mi invitarono, “Vieni, passeremo il fine settimana sul mio yacht di 38 metri a Genova, poi la sera andremo a mangiare in un famoso ristorante tre stelle“Io, se potevo schivare, trovare una scusa e ritrovarmi in cantina con i miei amici artisti, a fare litografie, serigrafie, con le mani dentro, ero felice. A ciascuno i suoi vizi!
Facevi l’ingegnere in Lombardia, le cose ti andavano molto bene e hai perso tuo figlio. Evidentemente è stato un momento doloroso, tanto che hai deciso di mollare tutto e metterlo al servizio dell’arte. Ciò significa che spesso è nel dolore che creiamo?
Sì, è stato un periodo drammatico della mia vita perché abbiamo avuto un solo figlio. E poi uno stupido incidente in autostrada lo ha lasciato morto. È stato davvero terribile. Non mi vedevo più a Milano, ho venduto le mie aziende, esitavo tra Londra e Parigi. E poi mi sono detto che quando invecchieremo torneremo in Corsica, è più tranquillo. Vivremo andando in crociera, andando a vedere gli amici a destra e a manca. E poi non sono in grado di farlo, quindi ho iniziato.
“Stavo per spararmi in testa e mi sono detto che avrei fatto questo lavoro di artista che mi è sempre stato proibito di fare e che ho sempre coltivato nell’ombra, nei miei rari momenti di disponibilità.”
Gabriele Dianasu franceinfo
La tua mostra a Roanne è accessibile a tutti ed è completamente gratuita. Almeno fino a marzo 2025 o anche alla vita eterna.
Si tratta di una mostra che in teoria dura fino a marzo, ma dal giorno dell’inaugurazione la mostra è di proprietà del comune di Roanne. Lo sto dando come regalo.
Sentiamo che questa meraviglia, questa curiosità, questa voglia di continuare è come il primo giorno. I lavori che hai fatto alla fine ti hanno permesso di mantenere un po’ in vita tuo figlio?
Non rimpiangiamo mai quello che ci è successo, questo è indiscutibile. Per me è stato uno stimolo perché senza quello non avrei mai intrapreso questa professione di artista, è ovvio. In ogni caso non fa invecchiare perché se prendo i miei 82 anni, se aggiungo i 15 che ho in testa e facciamo la media, non sono ancora maturo!
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