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In “Io non sono arabo”, al teatro La Reine blanche, Elie Boissière scava nei meandri della memoria familiare

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Elie Boissière (a sinistra) e Ahmed Amine Ben Feguira, con il suo oud, in “I am not Arab”, scritto insieme a Ben Popincourt, a La Reine blanche, a Parigi, nel novembre 2024. GIULIEN GIAMI

La fiamma di una candela, una nuvola di fumo, la dolce melodia di un oud, un lenzuolo bianco teso dietro il quale emerge, come un’ombra cinese, la sagoma di un corpo che si contorce in strane posture mentre gioca di luce.. Questo è ciò che il pubblico scopre entrando nella piccola sala Marie-Curie, al piano superiore del teatro La Reine blanche, a Parigi. La giovanissima azienda Les Yeux larges, fondata nel 2024 dall’attore Elie Boissière, presenta la sua prima creazione, Non sono arabofino al 21 dicembre.

Poi la storia inizia in un reparto maternità, dove Elie e Dounia attendono l’arrivo del loro primo figlio, circondati dalle rispettive famiglie… e da una sfilata di piatti tradizionali portati da tutti. Ma il bambino non vuole uscire dal grembo della madre, e il padre si accorge che manca una persona essenziale: la nonna materna, Mahdjouba, che ha cambiato il suo nome per chiamarsi Magda – crede infatti di essere non araba ma francese, perché, dice, “All’epoca l’Algeria era francese”.

Questo è il punto di partenza, reale o immaginario, non importa, di un racconto pieno di fantasia, poesia e umorismo che prende in prestito sia dalla classica storia di vita che dall’epica, l’odissea omerica. Dai ritagli di ricordi che questa nonna gli regala a malincuore, perché pensa che sia meglio “lasciare in pace i morti” e per non guardare indietro al suo passato, il nipote Elie inventerà un incredibile viaggio in una Oran fantasticata e fantasmagorica, quella degli anni ’30-’40, dove Mahdjouba nacque (nel 1942) e trascorse l’inizio della sua esistenza, fino a quando intorno agli età di 8 anni.

Personaggi eccentrici

Un po’ come l’Alice di Lewis Carroll, l’attore-narratore incontra sul suo cammino un’intera galleria di personaggi eccentrici e demenziali: un italiano preoccupato per lo stato di salute dei suoi coetanei, un venditore di gelati che abbaia, una capra rasta, un venditore che tuona sardine … Ma incontra anche persone molto reali, della sua storia familiare (in particolare sua nonna, allora bambina, con la propria madre, Fatma Akrour) o della Storia con un grande “H”, come il politico Messali Hadj (1898-1974), fondatore del Partito popolare algerino, figura dell’indipendenza, o il sindaco di Orano (dal 1934 al 1941), l’abate Lambert (1900 -1979).

Elie Boissière riesce a dare vita a ciascuno di questi personaggi, spesso con grande precisione ed emozione, anche se, di tanto in tanto, spinge un po’ il limite nella sua interpretazione, a rischio di cadere nella caricatura. Fornendo momenti di pausa in questa storia mozzafiato, permette al pubblico di ascoltare davvero e godersi appieno la musica suonata dal vivo, sul palco, dal suonatore di oud professionista, Ahmed Amine Ben Feguira, sempre presente al suo fianco.

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