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Picasso, Braque e Mirò si riuniscono attorno a Prévert al museo di Montmartre

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Ritratto di Jacques Prévert nel suo ufficio nella città di Véron (intorno al 1960) di Daniel Czap e due dei trenta Ephémérides (1955-1977) di Jacques Prévert, presentati nella mostra “Jacques Prévert, il sognatore di immagini”, Museo di Montmartre , Parigi, 2024 ©Connaissance des Arts/Guy Boyer

Associando parole e incollando immagini, Jacques Prévert (1900-1977) ha saputo inventare mondi poetici come un alchimista che escogita un assemblaggio segreto. Alice S. Legé e Eugénie Bachelot-Prévert, nipote di Prévert, hanno riunito numerosi documenti che raccontano la vita del poeta, la sua installazione settant’anni fa al 6bis, citato Véron vicino a Montmartre, e le sue amicizie con gli artisti con cui collaborò per la realizzazione di illustrati.

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Al tempo dei surrealisti

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A destra: Il Testamento di Jacques Prévert (1925) di Yves Tanguy, presentato nella mostra “Jacques Prévert, il sognatore di immagini”, Museo di Montmartre, Parigi, 2024 ©Connaissance des Arts/Guy Boyer

Con suo fratello Pierre, Jacques Prévert, allora ventiquattrenne, fu ospitato dal traduttore Jacques Duhamel al 54 di rue du Château, nel quartiere di Montparnasse. Lì incontra i surrealisti e scopre l’inventiva dei cadaveri squisiti, questi disegni collettivi che coinvolgono gran parte del caso e dell’inconscio dei partecipanti. Yves Tanguy decora con questo pannello la porta della camera di Prévert (a destra), augurandogli tanto divertimento e piacere.

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Scenario disegnato per Les Visiteurs du soir (1942) di Jacques Prévert, presentato nella mostra “Jacques Prévert, il sognatore di immagini”, Museo di Montmartre, Parigi, 2024 ©Connaissance des Arts / Guy Boyer

Dal 1932, Jacques Prévert lavora per il cinema, adattando testi o scrivendo dialoghi. Tra le sue migliori collaborazioni: Il crimine di Monsieur Lange (1935) di Jean Renoir, Funny Drama (1937), Les Visiteurs du soir (1942) e Les Enfants du paradis (1945) di Marcel Carné. Per i suoi scenari, Prévert illumina il suo testo con piccoli disegni per definire i personaggi o gli elementi decorativi. Qui riconosciamo il diavolo e “la donna come uomo”, che Jules Berry e Arletty interpreteranno sullo schermo.

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A destra: illustrazioni per Le fiabe di Boccaccio (1950) di Marc Chagall, presentate alla mostra “Jacques Prévert, il sognatore di immagini”, museo di Montmartre, Parigi, 2024 ©Connaissance des Arts / Guy Boyer

Una buona parte della visita sottolinea i legami di Jacques Prévert con gli artisti. Innanzitutto Calder, Mirò, Braque e Chagall, con i quali disegna cinque libri in cui commenta il loro lavoro (“Fêtes”, “Joan Miro”, “Contes de Boccaccio” e “De vive joie”) o vede le sue opere accompagnate da disegni degli altri (“Adone”). Picasso realizza il suo ritratto e Prévert integra l’andaluso in un collage. Con Max Ernst, infine, realizza nel 1964 un vero e proprio lavoro a quattro mani per “Les Chiens ont soif”.

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Collage in stile Prévert

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A destra: La trentaseiesima candela e Il deserto di Retz (1960 circa) di Jacques Prévert, presentati nella mostra “Jacques Prévert, il sognatore di immagini”, Museo di Montmartre, Parigi, 2024 ©Connaissance des Arts / Guy Boyer

“Jacques Prévert progetta i suoi collage mentre intreccia la struttura dei suoi scritti: la citazione, l’anagramma e la libera associazione di idee”, sintetizzano i curatori della mostra per spiegare questa parte particolare della creazione del poeta. Prévert va a caccia di libri e incisioni presso i librai e i mercanti di seconda mano di Rue Dauphine, poi ritaglia i soggetti, li accosta per modificarne il significato e li incornicia con bordi colorati. Sogni e sorprese assicurati!

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Ricostruzione dell’ufficio di Jacques Prévert nella città di Véron, presentato nella mostra “Jacques Prévert, il sognatore di immagini”, museo di Montmartre, Parigi, 2024 ©Connaissance des Arts / Guy Boyer

A metà degli anni ’50, l’architetto Jacques Couëlle ristrutturò l’appartamento di Jacques Prévert al 6bis, Cité Véron, sopra il Moulin-Rouge, nel 18° arrondissement. Come nel caso di André Breton, anche qui c’è spazio per l’intreccio dei significati degli oggetti tra loro. Libri, fotografie, trecce d’aglio, stelle marine, statuette religiose, vasi realizzati da Jean-Pierre Maury… Un accumulo eterogeneo che giustifica l’espressione “un inventario Prévert”.

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Jacques Prévert, sognatore di immagini

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Jacques Prévert, Le Désert de Retz, prima del 1963, collage realizzato con una fotografia in argento di Izis, collezione Eugénie Bachelot Prévert, © Fatras – Succession Jacques Prévert _ Adagp, Parigi, 2024

“Jacques Prévert, sognatore di immagini”, Jacques Prévert, sognatore di immagini Museo di Montmartre, dal 18 ottobre 2024 al 16 febbraio 2025

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