Arte ginevrina –
Migranti, anziani e persone con disabilità uniti sul palco
Il collettivo ELAN ha realizzato con una trentina di persone uno spettacolo teatrale, in un approccio artistico e sociale, sulla memoria. Da scoprire alla Comédie.
Pubblicato oggi alle 10:32
Iscriviti ora e goditi la funzione di riproduzione audio.
BotTalk
Giovani migranti, anziani nelle case di cura e disabili nelle case: queste tre popolazioni hanno poche occasioni di incontrarsi quotidianamente. Il collettivo ELAN, fondato dai ginevrini Radhia Chapot-Habbes e Pascal Greco, regista e produttore, li ha riuniti sul palco attorno a uno spettacolo sulla memoria, che mescola canto, danza e teatro, che sarà rappresentato il 28 e 29 novembre alla Comédie. Un approccio artistico e sociale, affinché queste popolazioni a volte isolate e vulnerabili si riconnettano con se stesse e con gli altri. Domande per Radhia Chapot-Habbes.
Come è nato questo progetto di riunire tre popoli sul palco?
Abbiamo creato il collettivo ELAN con Pascal Greco dopo una collaborazione durata cinque anni all’interno di una struttura finalizzata al reinserimento dei giovani ritenuti in fuga. Abbiamo sperimentato diverse tecniche per allestire spettacoli teatrali, film, performance, mostre fotografiche e sviluppato competenze lavorative che si sono dimostrate valide con più di 200 giovani. Ci siamo resi conto che questa esperienza ha permesso loro di riconnettersi con gli altri e con se stessi, di “riagganciare” uno stage, di riscoprire il gusto per il progetto.
Abbiamo poi deciso di estendere il concetto ad altre popolazioni in situazioni di isolamento o vulnerabilità, al fine di dare loro strumenti per una migliore integrazione sociale. Sono stati creati due spettacoli. Il terzo, “Mémoires”, sarà presentato il 28 e 29 novembre. Riunisce studenti allofoni, persone con disabilità della Fondazione Cap Loisirs e anziani del centro diurno John Jaques.
Come si presenta la performance di “Mémoires”?
Io ho fissato il tema ma sono stati i trenta partecipanti a comporre i testi e le performance. C’è un giovane che racconta la sua storia, molto triste, attraverso la danza. Un anziano racconta la sua infanzia a Pâquis, negli anni ’50. Ci invita a seguirla in una passeggiata con suo padre, come una carrellata, attraverso questo quartiere. C’è anche una persona anziana che parla della sua memoria che sta andando via. Tutto quello che viene detto sul palco è vero.
Cosa porta questo progetto ai partecipanti?
Si tratta di popolazioni che spesso rimangono in un circuito chiuso. Ci vogliono settimane, a volte mesi, ma questo progetto ha permesso loro di aprirsi, incontrare persone e costruire legami con altre persone. Gli allofoni hanno fatto progressi fenomenali in francese. I partecipanti hanno anche acquisito maggiore autonomia, capacità di affrontare valori come rispetto e tolleranza. Hanno potuto scoprire di essere capaci di realizzare molte cose. Spero che usciranno da questa esperienza con più fiducia in se stessi e con la consapevolezza che insieme saremo più forti.
Gli spettacoli avranno luogo il 28 e 29 novembre alle ore 19:30. Il 30 novembre, sempre alla Comédie, sarà trasmesso alle 17 e alle 19 il documentario “Le nostre storie”, diretto da Pascal Greco. Ripercorre il processo lavorativo dei due spettacoli precedenti.
Aurélie Toninato è giornalista nella sezione di Ginevra dal 2010 e si è diplomata all’Accademia di giornalismo e media. Dopo aver ricoperto il campo dell’Istruzione, ora si occupa principalmente delle questioni legate alla Salute.Maggiori informazioni
Hai trovato un errore? Segnalacelo.
0 commenti
Related News :