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Le ceramiche di Blandine Chabani alla galleria Espace Temple

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Plasmata fin dalla notte dei tempi, testimone delle civiltà passate, la terra modellata dalla ceramista Blandine Chabani la collega all’Antichità. Da questa connessione mistica nascono pezzi affascinanti, come offerte rituali che celebrano la vita e la memoria degli esseri defunti, esposti questo giovedì 28 novembre 2024 dalle 11:00 alle 20:00 presso la galleria Espace Temple.

Ciotola, piastrella, ciotola, portacandele e caraffa in ceramica nera di Blandine Chabani, e un’opera floreale di Atelier KO. © Fotografia di Sofia Shancez e Mauro Mongiello.

Alla galleria Espace Temple, Blandine Chabani espone le sue ceramiche

La nascita della ceramica è datata al Neolitico. Fin dalla preistoria gli oggetti in terracotta hanno accompagnato l’avventura dell’umanità e lo sviluppo delle sue diverse culture, senza mai scomparire e rinnovandosi continuamente. Quando Blandine Chabani si è cimentata nell’arte della ceramica, ha istintivamente seguito questo filo teso attraverso i secoli per connettersi fortemente con i tempi antichi. “La ceramica ha il potere di riportarmi immediatamente ai tempi antichispiega. Così mi sono subito interessato alle forme delle anfore.”

Nel 2023, la ceramista ci ha invitato alla sua mostra intitolata “Mirage au patio”. In giochi di luce e specchi, i suoi pezzi dalle forme pure, monocromatiche e nere prendono in prestito toni e temi dal surrealismo. Il patio, un cortile interno tipico delle case spagnole, che ha sperimentato durante i viaggi in Marocco o in Andalusia, rimane un punto di partenza del suo lavoro. In questo luogo dove le voci dei cantastorie risuonano sulla terracotta smaltata e riempiono l’atmosfera di storie immemorabili, ci ritroviamo attorno alle feste.

Screenshot dell’account Instagram @blandine.chabani.

Opere tra forme pure e ispirazioni surrealiste

A questi momenti di condivisione è legata la ceramica: gli archeologi ripercorrono gli usi delle civiltà scomparse utilizzando piatti e tazze. Ma questi oggetti assumono anche una funzione cultuale quando raccolgono le offerte che circondano una tomba in un santuario. Mi esprimo principalmente attraverso il colore nero, tanto che quando ho voluto lavorare attorno al tema del banchetto, mi è venuto spontaneo immaginare un banchetto funebre.“La guerra che infuria da più di un anno in Medio Oriente, e il suo macabro quotidiano conteggio di vittime, ha poi influenzato la sua pratica, rendendo più significativo il rapporto tra la ceramica e il proprio corpo. “Ho iniziato a scolpire solo a mano e ho radicalizzato questo approccio non utilizzando più alcun utensile, in modo che i miei pezzi portino fortemente l’impronta del mio corpo.

È anche deviando gli usi che Blandine Chabani inventa un mondo a sé, affascinante e senza tempo, dove i vasi non raccolgono fiori ma candele, preghiere, rituali, immaginazioni capaci di ripensare o guarire il mondo. Le sue sculture nere dalle superfici sensibili e irregolari, che portano la traccia della mano del loro creatore, a volte prendono in prestito le forme del corpo umano, rimandandoci ancora di più alla nostra condizione mortale. Per comporre la scenografia di Symposion, il ceramista parigino ha collaborato con il fiorista Ethan Gao dello Studio KO.

Il fatto che le creazioni di Blandine Chabani non siano destinate ad un uso floreale mi ha costretto ad andare oltre il quadro abituale del mio lavoro, commenta. In particolare mi è venuto spontaneo immaginare una zucca circondata da un fiore d’arancio, una gloriosa.” Cosa resterà un giorno della nostra civiltà, oggi minacciata dalle guerre e dai cambiamenti climatici? I nuovi pezzi di Blandine Chabani ci invitano a un’introspezione meditativa sul tema della nostra stessa vulnerabilità.

“Il banchetto”, mostra effimera giovedì 28 novembre 2024, dalle 11 alle 22, presso la galleria Espace Temple, 139 rue du Temple, Parigi 3.

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