La quinta edizione del Festival Internazionale del Cinema delle Donne è iniziata lunedì sera con la proiezione di “Verbatim” di Sabrina Hoarau, un toccante documentario sulla violenza contro le donne a Reunion. Primo piano questo martedì sera di “Rough Diamond” di Agathe Riedinger, la storia di una giovane donna iperconnessa che sogna di diventare famosa grazie ai reality.
Pubblicato il 26 novembre 2024 alle 10:57,
aggiornato il 26 novembre 2024 alle 10:58
Le donne e la settima arte sono al centro dell’attenzione questa settimana a Reunion. Il Festival Internazionale del Cinema delle Donne mette in risalto il lavoro di questi professionisti che sono produttori, registi, attrici, sceneggiatori e persino decoratori. Una quinta edizione caratterizzata da un programma particolarmente ricco e variegato.
Il festival è iniziato lunedì sera alla Cité des Arts, a Saint-Denis, con la proiezione in anteprima di “Verbatim”, il documentario della isolana della Riunione Sabrina Hoarau sul tema della violenza contro le donne nel dipartimento.
Interrogato nel Gran Matin sulla Réunion La 1ère, Edith Semmani, organizzatrice del Festival, ha ricordato l’importanza di‘arte e cultura come”strumento di riparazione, guarigione ed emancipazione“.
Guarda questo estratto del Grand Matin sulla Réunion la 1ère:
Questo martedì 26 novembre è la volta di “Diamant Brut”, il primo lungometraggio di Agathe Riedinger che sarà nuovamente proiettato in anteprima, alle 19, al Ciné Grand Sud di Saint-Pierre. La regista racconta la storia di Liane, una ragazza di 19 anni che è orgogliosa di condividere sui suoi social network il suo primo casting per un reality.
Il ruolo è interpretato da Malou Khebizi, una giovane attrice lei stessa avvistata durante un selvaggio casting. Spiega che, data la sua condizione di bimbo, il personaggio che interpreta è soprattutto alla ricerca della fama per sfuggire alla povertà.
“Per lei rappresenta tutto, una fuga, un’opportunità per essere amata, riconosciuta e per sentirsi visibile, perché si sente estremamente invisibile e quindi è molto importante“, ci racconta Malou Khibizi.
Il Film denuncia gli eccessi dei reality show, con queste giovani donne che mettono in scena uno spettacolo per far parlare di sé. Resta il fatto che è anche l’occasione della vita per questi candidati alla celebrità. “Nonostante tutto, oggi rappresenta una vera alternativa alla disoccupazione, una vera opportunità per le persone provenienti da ambienti operai.“, stima la piccola Khibiza.
Una prima esperienza molto forte per la giovane attrice 21enne. “Avevo ancora dei pregiudizi ed è stata un’esperienza che mi ha cambiato profondamente, che ha cambiato anche la mia visione dei candidati ai reality.Riflettori inaspettati anche per la giovane marsigliese: con il suo primo lungometraggio, Malou Khebizi è una delle 15 rivelazioni femminili del 2025 per i Césars.
L’intero programma del Festival du Film au Féminin potete trovarlo cliccando qui sulla pagina web dell’evento. Da scoprire anche il documentario “Black Far West”, un tuffo in una parte di storia poco conosciuta diretto dalla talentuosa Cécile Denjean, che sarà presente per confrontarsi con il pubblico dopo la proiezione, prevista anche questo martedì sera ma nel campus Moufia (Amphi Ottino).
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