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Gabriel Fauré ha cantato e festeggiato a Vevey, davanti a un Shostakovich completo

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Pubblicato il 25 novembre 2024 alle 13:34 / Modificato il 25 novembre 2024 alle 13:34

La stagione di Vevey Arts and Letters celebra il suo centenario con una lunga serie di concerti. Come i suoi gusti eclettici ma scelti, il direttore artistico François Margot è desideroso di variare i repertori e i piaceri. Dopo l’integrale di Suite per violoncello solo di Bach magnificamente servito da Jean-Guihen Queyras lo scorso fine settimana, è stato il turno del pianista irlandese Finghin Collins, vincitore del Concorso Clara Haskil 1999, di riunire amici musicisti per una serie di tre concerti destinati a mettere in risalto Gabriel Fauré – in l’occasione del centenario della sua morte – e il compositore irlandese Charles Villiers Stanford.

Sabato, lo Strada Quartet ha aperto la serata con l’ultima opera di Fauré scritta poco prima della sua morte, avvenuta all’età di 79 anni: il Quartetto in mi minore. Qui abbiamo un’opera austera, non facile va detto, che riflette una riduzione della forza e della concentrazione del soggetto musicale. È come se Fauré, sordo in tarda età, scavasse un solco crepuscolare all’avvicinarsi della sua morte imminente.

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