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“37: L’ombra e la preda” di Arthur Môlard: trasporto di materiali pericolosi

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Successo sorprendente come questo primo a basso budget Trentasetteche parte lentamente come un film di genere per sorprenderci andando verso… qualcosa di più profondo. Consigliato!

Guillaume Pottier – Copyright Sarah COHEN-HADRIA / Sony Pictures

Trentasette (il vero titolo del film, come appare nei titoli di coda, e non questo sbruffone e goffo 37: l’ombra e la preda inventato per il manifesto) inizia molto, molto bene: accompagniamo un tormentato camionista con pulsioni suicide nella sua giornata lavorativa, una giornata qualunque con gli amici che incontriamo, le conversazioni con l’ufficio, i clienti non facili. Alcuni troveranno questo inizio troppo lento, più “cinema francese” che “thriller americano”, o addirittura “thriller Netflix”: peccato per loro, Arturo Molard si prende il suo tempo per aiutarci a scoprire un mondo che incontriamo ogni giorno sulle strade, da cui dipende la nostra vita quotidiana, ma che non conosciamo. E costruire un personaggio complesso, ambiguo, al quale ci affezioneremo, che è ovviamente la base di ogni film che coinvolga emotivamente lo spettatore.

Quando Trentasette entra nella sezione thriller, al limite del “film di genere”, con le sembianze di un autostoppista affascinante a priori ma in realtà pericoloso (Melodia Siminaottimo…), temiamo che il film si impantani in una trama concordata, con L’autostoppista come modello. Ma lo scenario di Molardo è più intelligente, e soprattutto più profondo: mentre la tensione continua a salire – con grande efficacia nella narrazione, anche se la messa in scena non è ancora – è un’opera prima – in alto, gradualmente appare il vero soggetto del film . Un soggetto morale, un soggetto politico poiché, cosa estremamente rara nel cinema “mainstream”, affronta una delle più grandi sfide della nostra società attuale: il confronto tra un proletariato lavoratore ormai sull’orlo dell’impoverimento, del declassamento sociale, e una popolazione immigrata. sempre più “minaccioso” per lui a causa della sua disperazione. Questo non è niente, dà vero valore a questo Trentasette che va facilmente oltre il suo status di “piccolo film”, e si conclude anche con una scena magnifica, offrendo forse la speranza di una luce in questa storia molto, molto oscura. “ Benvenuto » (benvenuto, in portoghese) è infatti l’ultima parola intelligibile del film, ed è difficile non rimanerne turbati.

Ebbene, gli spettatori troppo razionali potranno criticare alcuni punti deboli dello scenario: il confronto con la polizia e la sua mancanza di conseguenze, la presenza di una giovane donna brasiliana in mezzo a un gruppo di migranti africani, la mancanza di iniziativa di ” Saint -Vincent” che immaginiamo a più riprese possa uscire dall’incubo che sta vivendo… Ma si tratta, in definitiva, di scorie di poco conto rispetto alla forza della storia che ci viene raccontata, e soprattutto rispetto alla bella ambiguità di personaggi i cui alla fine non conosceremo appieno la “verità”.

Bravo!

Eric Debarnot

37: l’ombra e la preda (Trentasette)
Film francese di Arthur Môlard
Con: Guillaume Pottier, Melodie Simina, Agnès Sourdillon
Genere: Thriller
Data di uscita nelle sale: 20 novembre

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