Sono le 9 del mattino a Kryvorivnia, un villaggio di 1.500 anime nei Carpazi ucraini, a una cinquantina di chilometri dal confine rumeno. Nella piccola chiesa di legno che la sovrasta, il sacerdote Ivan Rybarouk apre una liturgia “Per la libertà e la dignità dei [son] persone “. Ha stabilito questo rituale mattutino più di mille mattine fa, quando la Russia ha lanciato la sua invasione, il 24 febbraio 2022. Elenca i primi nomi di coloro che sono morti in combattimento nella regione: “Youri, Stepan, Iryna, Vassyl, Rouslan, Ganna…” L’elenco è lungo e talvolta gli manca il fiato.
Tuttavia, sessant’anni fa, Kryvorivnia vide giorni molto più felici. Le donne con i foulard colorati che ascoltano il prete, ragazzini poi, ricordano bene le numerose automobili che arrivarono all’improvviso nel maggio del 1963 in questa valle protetta dai venti e dalla confusione urbana dalle montagne con, in testa, un uomo barbuto molto agitato. Iniziano così le epiche riprese di Cavalli di fuoco, il film che ha rivelato il regista Sergei Paradjanov (1924-1990). La prima proiezione francese di questo film in versione restaurata avrà luogo sabato 23 novembre al Christine Cinéma Club di Parigi, nell’ambito del festival Un weekend à l’Est, che durerà fino a sabato 30 novembre.
Nel 1965, all’uscita di Cavalli di fuoco, il mondo intero scopre il nome di Sergei Paradjanov. Il film ha ricevuto una cinquantina di premi in tutti i continenti. Il suo creatore non può lavorare in URSS né lasciare il Paese. “Dammi invece un biglietto di sola andata”ride, invitato a diversi festival. Quando Charles de Gaulle si recò a Kiev nel 1966, sua moglie Yvonne volle incontrare questo autore il cui film era stato recentemente proiettato in Francia. Fedele al suo modo di impressionare i suoi ospiti, Paradjanov taglia l’elettricità in tutto l’edificio in Piazza della Vittoria a Kiev e mette candele su ogni piano. MMe de Gaulle sale sei piani a piedi.
Romeo e Giulietta ucraini
Oggi è quasi impossibile districare il mito dalla realtà su questo punto “terra degli Houtsoule dimenticata da Dio e dalla gente”, come presentato nel film. Una cosa è certa, secondo Ivan Zelentchouk, curatore del Parco Naturale della Verkhovyna ed esperto di Houtsoulia, questa misteriosa regione montuosa: “Durante una vacanza, duecento anni fa, un uomo della famiglia Paliychuk fu accoltellato dal suo rivale della famiglia Guteniuk davanti alla chiesa” e i loro figli, Ivan e Maritchka, si amavano invece di vendicarsi. Nel vecchio cimitero del paese, sulle decine di croci danneggiate dal tempo, si legge ancora il nome di Gouteniouk. Quanto ai Paliytchouk, non ne troviamo più traccia.
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