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quando i designer di gioielli traggono ispirazione dagli esseri viventi

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Imitazioni fedeli, trasmutazioni poetiche, materiali di recupero… la natura è un’inesauribile fonte di ispirazione per un numero crescente di designer di gioielli. Oggetto di metamorfosi del gioiello, si presta a tutte le forme e materiali.

Sotto la patina bronzea, il legno è lì, con tutte le sue venature, i suoi incidenti e le sue torsioni. Costituita da frammenti di legni collegati da un arco di ottone, la sospensione scultorea creata da Delphine Nardin sorprende con la sua leggerezza. “Ho voluto preservare la vita di questi pezzi di albero portati a riva dall’acqua, per creare un assemblaggio che si potesse credere spontaneo. Non ritocco mai le forme: seleziono, taglio, applico una patina color bronzo, che in qualche modo nobilita il legno e crea un gioco di contrasti. spiega la designer di gioielli tra le vetrine della galleria parigina Naïla de Monbrison, dove ha recentemente esposto i suoi pezzi unici. Sul velluto delle vetrine, una collana fatta di rami di legni tenuti da chiodi d’argento, un anello che fissa impronte di conchiglie in argento massiccio, orecchini che racchiudono schegge rosa con una linea d’oro o di vetro smerigliato blu… si dice Delphine Nardin “innamorato” vetro smerigliato, questi cocci agitati dalle onde e dal sale che ha raccolto fin dall’infanzia sulle spiagge della costa atlantica. “Questa materia molto bella, diafana e morbida come un granello di pelle, non interessa a molti ma per me ha un grande valore immateriale. Come tutti gli elementi raccolti in natura, sono vestigia, memoria dei vivi, dice il geologo e archeologo esperto.

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Collana Pierre de Marron su catena fatta a mano e griffe in oro 9 carati, NATHALIE MATHOULIN.
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Collana, spilla e orecchini Grappoli in bronzo dorato e perle in vetro di Murano, SAMUEL FRANÇOIS
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Collana Il Corvo e La Volpe in ottone dorato, GABRIELLE GREISS.
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Collana con fragole in bronzo dorato, SAMUEL FRANÇOIS.
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ADATTA ALLE FORME ORGANICHE

Come Delphine Nardin, la natura è la musa ispiratrice di un numero crescente di designer di gioielli. Lì traggono ispirazione, lì nutrono il loro stile e lì raccolgono le loro materie prime. Le forme spontanee diventano opere uniche. I materiali trascurati salgono al rango di materiali preziosi. “Perché hai bisogno di diamanti quando hai dei sassolini?», ride Nathalie Mathoulin, francese residente a Londra. È sulle spiagge e nei giardini inglesi, così come durante i suoi viaggi, che trova le sue materie prime: ciottoli arrotondati, conchiglie erose, ciottoli fini… che incastona con oro equo e solidale 18 carati. “Non lucido nulla, perché la finitura di una pietra naturale è di per sé straordinaria. E scelgo l’incastonatura in base alla singolarità dei pezzi: una pietra è avvolta da nastri d’oro, una conchiglia circondata da una maglia sottile…”, spiega la donna che è stata per dieci anni stilista di scarpe per lo stilista Paul Smith.

Stesso approccio per Marianne Anselin, che sublima le cose sono riprese : legno, foglie ma anche bulloni, chiodi e ruote dentate perché il ferro è un metallo nativo che ritorna al suo stato naturale arrugginindosi . Nel suo laboratorio parigino, dove ha installato una fucina, piace a questa sensibile designer confondendo i confini, senza più sapere veramente cosa è stato prodotto e cosa è naturale : le collane di titanio sembrano ramoscelli pietrificati, i rami dei ciliegi giapponesi diventano anelli tempestati di diamanti, le foglie raccolte sotto gli alberi della capanna dell’infanzia si attorcigliano in ganghe di bronzo…

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Collana in oro e frammenti di vetro smerigliato, raccolti sulle spiagge da DELPHINE NARDIN.
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Anelli in bronzo patinato con verderame e argento, ispirati alle foglie raccolte ai piedi degli alberi della sua infanzia, MARIANNE ANSELIN.
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Collana di legni ricoperti da una patina di bronzo, DELPHINE NARDIN.
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IMPOSTAZIONI AUTUNNO

Come per congelare l’effimero, i gioielli cercano anche di riprodurre le minuzie della natura. Trascrivere, riga per riga, le venature di una foglia o i rilievi di una corteccia. Come da Sophie Bouilhet-Dumas, fondatrice di Mira Stella, dove i semi del frutteto e i petali di ortensie raccolti nel suo giardino in Normandia diventano delicatissimi bracciali, pendenti o orecchini in oro rosa 18 carati. Altro universo, ma stessa precisione per Samuel François, creatore parigino amante del “cosa vegetale”, dove la natura si veste di un’estetica barocca: “Tutto è iniziato con l’uva: ho iniziato a colare i chicchi che giacevano sulla mia tavola, poi fiori, semi, ciliegie, fragole… Mi piace questo lato cornucopia dove la natura si confronta con elementi più opulenti”, commenta l’uomo che è anche lo storico caporedattore moda della rivista Numero. Tra i suoi ultimi pezzi: una spilla a grappolo dove bronzo dorato e ottone si intrecciano con perle di vetro di Murano.

Stessa attenzione ai dettagli e al gioco con la pittrice Maïlys Seydoux-Dumas, i cui gioielli artistici si ispirano a elementi organici per meglio distoglierli: da una lunga buccia di mela passata al collo è nata l’idea di una prima collezione chiamata Pomona, la dea della il frutteto. La sua ultima serie“oggetti da sogno” (una collana articolata, una spilla, un pendente), gli venne suggerito da una passeggiata autunnale sul Boulevard Arago a Parigi: “Tutte queste foglie di castagno per terra mi hanno ricordato le collane che da bambini cercavamo di tenere insieme con i gambi. Volevo far sembrare che le foglie fossero appena cadute dall’albero e fossero state raccolte”. Trafitte da rami dorati, le lunghe foglie d’argento patinato della collana sembrano essere state assemblate dal vento.

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