Da quando ha vinto il Goncourt per il suo romanzo “Houris”, Kamel Daoud è stato oggetto di vigorose critiche. Attacchi “diffamatori” contro i quali protesta il suo editore Gallimard.
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Giornalista presso il dipartimento di Cultura
Di Jean-Claude VantroyenPubblicato il 19/11/2024 alle 15:28
Tempo di lettura: 1 minuto
CÈ la “questione letteraria” del momento. Molto più del divieto Ore in Algeria, o il rifiuto della Fiera del Libro di Algeri di accogliere Kamel Daoud e Gallimard; In definitiva, potremmo aspettarci un atteggiamento diverso da un regime che ha vietato ogni pubblicazione sulla guerra civile che ha causato 200.000 morti negli anni ’90 in Algeria? Qui è una donna, algerina, ad accusare la scrittrice di averle rubato la drammatica storia.
Ore dice Alba. La sua gola fu tagliata la notte tra il 31 dicembre 1999 e l’1È Gennaio 2000, è sopravvissuta ma le sue corde vocali sono state distrutte. Evidente simbolo del silenzio obbligatorio. Parla, scrive, porta con sé la storia dell’Algeria lacerata. Ha aperto un salone di parrucchiere in questa Algeria votata alle rigide leggi coraniche. E parla con la sua bambina, Houri, che porta in grembo, decidendo che sarà una femmina.
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