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Sei anni per Aldo Urel Ramirez Rueda

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L’aula del tribunale dell’Alma è stata piena di emozioni, mentre i familiari dei due motociclisti morti nel Rang des Îles hanno condiviso la loro testimonianza. Hanno descritto le prime ore successive ai tragici eventi del 17 luglio 2023 e il pesante fardello che hanno dovuto portare da allora.

L’incidente del 17 luglio 2023, a Saint-Gédéon, ha provocato la morte di due motociclisti. (Gimmy Desbiens/Archivio Le Quotidien)

Durante i loro toccanti racconti, le persone care esprimevano la loro immensa tristezza, evocando anche sentimenti di disprezzo, amarezza, rabbia e odio. Non solo contro le azioni commesse da Ramirez Rueda, che guidava ubriaco al momento dell’incidente, ma anche contro la lentezza del procedimento giudiziario. Parte della famiglia delle vittime ha detto che sono state “tenute in ostaggio in attesa della sentenza”.

Un appello contro la guida in stato di ebbrezza

“Mi dispiace davvero, provo molto odio per me stesso e vorrei davvero essere rimasto lì. So che niente di quello che dirò cambierà qualcosa, ma voglio che tu sappia che non ho mai avuto intenzione di bere e guidare. Penso che questo mi perseguiterà per il resto della mia vita. So che quello che ho fatto è imperdonabile, ma spero che un giorno tu possa essere in pace”, ha detto Ramirez Rueda poco prima della sentenza.

Anche questi rimorsi espressi dagli imputati, nonché la dichiarazione di colpevolezza registrata lo scorso ottobre, sono stati presi in considerazione come attenuanti nell’emissione della sentenza. In una proposta congiunta, i due partiti hanno proposto una pena detentiva di sei anni, accompagnata da un divieto di guida di 10 anni.

Secondo il pubblico ministero, Me Amélie Gilbert, questa ipotesi tiene conto delle terribili conseguenze delle azioni dell’imputato, del tasso di alcol nel sangue pari al doppio del limite legale, nonché della guida pericolosa ad alta velocità di Ramirez Rueda. Oltre alla dichiarazione di colpevolezza, il pubblico ministero ha citato come circostanza attenuante la barriera linguistica e le differenze culturali. “La condanna non può essere una questione di vendetta”, ha sostenuto anche Gilbert.

Il giudice Jean Hudon ha appoggiato questa proposta e ha colto l’occasione per lanciare un messaggio incisivo al pubblico sui danni della guida in stato di ebbrezza. Messaggio di cui aveva parlato in giornata anche l’avvocato difensore, Me Samuel Bérubé de Deus.

“È stata fatta molta educazione sulla guida in stato di ebbrezza. Purtroppo questi messaggi non vengono ascoltati. Non credo di sbagliare nel dire che guidare in stato di ebbrezza è una cosa banalizzata da tutti. Non perdi il lavoro se hai precedenti penali con questo background. Hai quasi la certezza di passare la dogana con un armadietto del genere. Potremo avere un misuratore di alcol nella nostra macchina non appena ci dichiareremo colpevoli”, ha lamentato il giudice Jean Hudon.

Aldo Urel Ramirez Rueda dovrà restare dietro le sbarre per poco più di quattro anni, avendo già scontato più di un anno di carcerazione preventiva.

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