In che modo, dopo Landerneau, il Fondo Leclerc si è associato a quest’avventura?
Michel-Edouard Leclerc: “L’idea è quella di Laurent Le Bon, presidente del Centre Pompidou. Gli sta a cuore da molto tempo, perché è sempre stato dalla parte di chi pensa che il fumetto partecipi della storia del nostro secolo. Sa anche che mi interessa molto la nona arte. Sono un appassionato di fumetti, collezionista e amico di un artista. Inoltre, Laurent Le Bon sostiene che l’istituzione culturale non farà molto per sostenere i fumetti. Ad esempio, il FRAC (Fondo Regionale per l’Arte Contemporanea, ndr) acquista pochissimi album e tavole originali. Da questa analisi critica, dalle nostre conversazioni è nata l’idea di una grande mostra”.
Qual è stato il ruolo del Fondo Leclerc in questa storia?
“Si tratta infatti di un progetto costruito in dialogo con il Fondo Leclerc, tanto più legittimo in quanto abbiamo già organizzato mostre di fumetti a Landerneau: “Métal Hurlant (À Suivre)” esportato ad Angoulême e Liegi, Lorenzo Mattotti o Enki Bilal. Per questa mostra al Centre Pompidou, il Fondo Leclerc ha messo a disposizione la sua consulenza tecnica (tramite consulenti scientifici), una rubrica e le tavole della mia collezione personale. Abbiamo partecipato anche alla scelta delle opere e alla scenografia”.
Tra il 29 maggio e il 4 novembre 2024, questa grande mostra ha attirato più di un milione di spettatori…
“È davvero una grande affluenza. Soprattutto perché in quel periodo si sono svolte le Olimpiadi durante le quali molti musei si sono lamentati. In questo contesto, il Centre Pompidou si è comportato davvero bene. Il Fondo Leclerc è stato particolarmente coinvolto nello sviluppo della sezione “Comics, 1964-2024” che, al sesto piano del Centre Pompidou, ha raccolto da sola oltre 300.000 persone . È enorme. Alla fine, penso che si sia appena conclusa a Parigi la mostra del fumetto che ha avuto più visitatori al mondo”.
Quali vantaggi e rendimenti può aspettarsi il Fondo Leclerc?
“Con questa mostra, il Fondo Leclerc, già ben radicato a Landerneau, dimostra di interessare i grandi palcoscenici nazionali al punto di esserne loro partner. Questo è importante per Landerneau, perché abbiamo bisogno che ci vengano prestate delle opere. Tuttavia, quanto più qualitativi saranno la nostra approvazione e il nostro riconoscimento, tanto meno le persone saranno riluttanti a prestarci le collezioni. Del resto, il Fondo Leclerc aveva già dimostrato di essere in grado di produrre fuori dalle mura, ad esempio a Liegi o ad Angoulême. Questo nuovo passo la rende probabilmente partner di mostre itineranti in tutto il mondo. D’ora in poi, con questo livello di notorietà e competenza tecnica, la nostra ambizione, nell’arco di un programma decennale, è quella di coprodurre con istituzioni internazionali. Questa mostra al Centro Pompidou segna quindi una nuova ascesa al potere del Fondo Leclerc”.
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