RITRATTO – Saint-Louis Sucre, La Tisanière, Chanel, Évian… Nell’ombra, questa illustratrice di Saint-Nazaire (Loira Atlantica) ha trascorso la sua carriera personalizzando il packaging dei prodotti presenti nelle nostre credenze.
Il suo nome non è noto al grande pubblico. Eppure le sue illustrazioni sono entrate nell’immaginario collettivo. Da 40 anni, Béatrice Urseau disegna per i marchi. I piccoli chalet con vista sui “RicheMonts” su una confezione di formaggio da raclette? È lei. Lamponi messi in un vasetto di yogurt su una bustina di zucchero a velo Saint-Louis? È lei. Questo personaggio che tiene dei fiori su un sacchetto di La Tisanière? È di nuovo lei. Se non realizza il logo stesso, contribuisce alle immagini che lo circondano. A volte se li inventa da sola, a volte li rimoderna: un vero e proprio “lavoro di squadra” come le piace chiamarlo. Con il marketing che spinge a rinnovarsi costantemente e i diritti ceduti che non sono eterni, alcune delle sue opere hanno avuto un certo successo prima di scomparire.
“Non espongo nelle gallerie ma nei supermercati!”l’illustratore è divertito «libero professionista» originario di Saint-Nazaire. Nato in questa città portuale della Loira Atlantica, all’età di 18 anni, questo appassionato di disegno riesce ad entrare in uno dei migliori istituti d’arte, la scuola Estienne. “Avevo lasciato la mia provincia ed ero arrivato a Parigi”ricorda con emozione la sessantenne tornata a vivere nella sua città natale durante il confinamento. Unico membro della sua famiglia a intraprendere la carriera artistica, non ne sapeva assolutamente nulla. All’epoca contattò le agenzie trovando i numeri nelle Pagine Gialle e ottenne un appuntamento due giorni dopo. Il caso l’ha portata a lavorare per i marchi. “Il mio sogno era avere un’illustrazione in un dizionario Larousse”ricorda un desiderio d’infanzia. Un desiderio mai esaudito ma che non le ha mai impedito di godersi i suoi 42 anni a Parigi.
Panoramica delle illustrazioni di Béatrice Urseau
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Chanel, L’Oréal…
Da Mosca a Dubai, dove è stata chiamata a partecipare alla realizzazione del tè freddo Lipton, passando per la Francia e la carota per inserirsi nello spazio ristretto di una purea La Tablée du Potager, il suo diario di viaggio è ben riempito. Davanti al suo “press-book” digitale, che risalta con il taccuino di carta e la penna che continua a portare con sé durante i suoi incontri professionali, ripensa ad alcuni aneddoti. Concentrandosi sul logo de La Tisanière che raffigura una giovane donna con dei fiori in mano, spiega: “Lì, ad esempio, rielaboreremo l’immagine per sei mesi per aggiungere un fiore. Era difficile inserire le braccia nell’inquadratura perché la posizione era innaturale”. Come riassume l’artista davanti ad un cartellone disegnato per un prodotto L’Oréal: “Non si vede, ma è un lavoro pazzesco!”. Per questo ha dovuto osservare la performance di un parrucchiere per non commettere errori. A volte vengono decine di persone a dare la loro opinione. Mustela, Évian, Lactel, i cioccolatini Neuville e persino Chanel… ha incontrato molti mondi.
“Guarda questi sciroppi, avrei potuto disegnarli”ride Béatrice Urseau, davanti al bancone del bar dove Le Figaro parlato con lei. Nessuna illustrazione gli sfugge, come queste birre che beneficiano di visual eleganti e originali. Ne ha avuto l’opportunità “designer” alcoli forti. Alcune delle sue immagini non sono mai state pubblicate, o in modo confidenziale. In effetti, a volte ha disegnato i prodotti prima che venissero rilasciati, per aiutare i team a immaginarli.
“Fine del viaggio”
Ora dentro “fine del viaggio” come lei stessa afferma, chi pratica il disegno al tratto realistico può dare sempre più spazio alla creatività ed esprimere la propria anima artistica. Dipinge case o illustra scene di vita che vende. Gli è capitato di partecipare alla realizzazione di manifesti per le case del quartiere di Saint-Nazaire. A volte torna a Parigi, una volta al mese. Da ora in poi è coinvolta anche in un collettivo locale di illustratori chiamato Splash!. Giunta a presentarlo a settembre durante un forum associativo, il suo lavoro è stato notato Stampa oceanica a quel tempo.
Al termine di un’intensa carriera che non si è ancora realmente conclusa, questo nazaireno – che non si aspettava un simile destino – è orgoglioso di aver “è riuscito a vivere da [sa] passione. È un privilegio fare il lavoro che ami”.. Talento, coraggio, rete… gli hanno permesso di vivere molto bene, in un momento in cui le risorse erano abbondanti, e di non annoiarsi mai.
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