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Grain de sable: «Robert Smith spacca!»

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Granello di sabbia

«Robert Smith spacca!»

In un mondo di prepotenti, le labbra violacee del cantante dei Cure sono un invito ai baci.

Pubblicato oggi alle 8:16

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“Non importa se moriremo tutti”, promette Robert Smith in “Cent’anni”. Si può criticare al cantante dei Cure una leggera tendenza all’esagerazione, che i più mirosi degli osservatori avranno colto nella golosa gioia con cui il sessantenne si tampona il rossetto sulle labbra e mette i capelli nel microonde, ogni mattina, nello stesso momento in cui imburra il suo toast. Per quarant’anni, solo sua moglie Mary ha avuto la possibilità di sorprendere Robert senza mascara, e anche allora nulla è meno certo.

Venendo da un romantico nervaliano che canta dal 1978 sulla natura effimera e vana dell’esistenza, la resistenza del suo gruppo è un ossimoro. È anche l’unica buona notizia dell’autunno. Non ci credevamo più, perché anche Robert Smith ha esagerato un po’ con la programmazione e con i nervi dei suoi fan, rinnovando ogni Natale la promessa di pubblicare “l’anno prossimo” il famoso “tanto atteso nuovo disco dei Cure” dal 2008. Ma eccolo qui. è: «Canzoni di un mondo perduto» è stato finalmente rilasciato il 30 ottobre.

Due settimane dopo, è diventato il numero 1 nelle vendite quasi ovunque, soprattutto in Svizzera, un’impresa che il gruppo Crawley non aveva mai realizzato prima, ci dice il suo distributore! Anche a metà degli anni ’80, quando Robert Smith esponeva il suo volto ancora bello ma non per questo meno dipinto sui muri di tutte le camerette dei ragazzi e quando inseguiva i genitori sul set di Michel Drucker ballando “ Why Can’t I Be You”, anche al culmine della loro gloria pop, i Cure non erano mai saliti in cima alle classifiche svizzere. E anche questo è bello.

In un mondo di sordi bruti e di imbecilli compiaciuti, lo strano personaggio di Robert Smith diventa un simbolo di normalità davvero paradossale, un feticcio rassicurante come l’ispido, rattoppato ma morbido peluche che non siamo mai riusciti a buttare via. . Lo mettiamo in fondo a un armadio, sappiamo che è lì. Quando lo tiri fuori per un nuovo ballo, irradia un’autenticità totale che cancella ogni ridicolo.

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Meglio: davanti a lui sono gli artifici del circo mediatico a diventare grotteschi, come questa famosa sequenza in cui Smith, raccolto a freddo da un facilitatore nel bel mezzo di un’ascesa giubilante, non tenta in alcun modo di parodiare l’eccitazione occasionale. Già nel 1998, i creatori di “South Park” lo vedevano come l’unico essere umano capace di salvare il pianeta – in questo caso minacciato dal mostruoso avatar di Barbra Streisand. “Robert Smith spacca!” Cartman esultò, che in francese significa che è davvero fantastico. Sfidiamo chiunque a dimostrare il contrario.

François Barras è giornalista nella sezione culturale. Dal marzo del 2000 racconta la musica attuale, passata e forse futura.Maggiori informazioni

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