Possiamo esserne commossi, irritati: in definitiva, il mercato inghiotte tutto, anche ciò che a priori gli sfugge. Manifestazione con l’arte povera, quest’arte “povera” e rivoluzionaria forgiata in Italia tra il 1969 e il 1972, che la Bourse de Commerce del miliardario François Pinault celebra a Parigi fino al 20 gennaio 2025. Concettualizzata dal critico d’arte Germano Celant (1940-2020) , questo movimento concepito lontano dalle regole del denaro denunciava l’egemonia americana, opponendo un’economia dei mezzi alla deriva pop art commerciale e appariscente. “L’importante era corrodere, incidere, rompere. Tentativo di abbattere il regime culturale imposto”ha insistito Germano Celant sulla rivista italiana Arte Flash. In questo modo, questa avanguardia transalpina rientrava nelle preoccupazioni estetiche ed etiche dell’arte minimalista americana, con una buona dose di poesia e spiritualità.
Uniti sotto questa etichetta, tredici artisti hanno sperimentato il campo dell’installazione, con forme semplici e materiali poveri e rustici di cui riattivano la forza simbolica e spirituale: paglia da Mario Merz, tronchi e rami da Giuseppe Penone, lana grezza da Jannis Kounellis, gelo a Pier Paolo Calzolari… Questi artisti politici non hanno fatto voto di povertà. Michele Casamonti, fondatore della sede parigina della galleria Tornabuoni Art, che dedica anche una mostra a questo movimento, tiene a sottolineare: “l’arte povera ebbe subito collezionisti, galleristi e quindi un mercato”. All’inizio era un mercato di nicchia ed elitario, che si è espanso lentamente ma inesorabilmente all’inizio degli anni 2000.
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Mariolina Bassetti, direttrice di Christie’s in Italia, fa risalire il primo crollo dei prezzi al 2014. La squadra di François Pinault ha poi messo in vendita la collezione di Nerio e Marina Fossati con il nome in codice “Eyes Wide Open”. Si stabilirono così i primi primati per molti artisti dell’arte povera. Altri collezionisti si sono poi uniti alle danze, come gli americani Cindy e Howard Rachofsky, grandi influencer con sede a Dallas, o il fondatore della catena di librerie Barnes & Noble, Leonard Riggio, recentemente scomparso. Magazzino, museo privato dedicato all’arte povera, è stato inaugurato nel 2017 a Cold Spring, New York.
Crittografato e divertente
La fragilità intrinseca dei pezzi, però, ha scoraggiato alcuni acquirenti. “I collezionisti devono accettare che un’opera d’arte povera non potrà mai essere conservata come un dipinto di Picassoavverte Michele Casamonti. Dobbiamo restaurare i motori delle opere di Calzolari, cambiare le foglie di tabacco dei pezzi di Kounellis. »
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