Celebrando il suo 30° anniversario, il Festival Cinemania ci offre una selezione di film tanto diversi quanto accattivanti, che riflettono la ricchezza del cinema contemporaneo. È proprio questa varietà a rendere unico questo festival cinematografico francofono, il più grande del Nord America. Prendiamo un primo piano di quattro delle loro pepite.
Signor Aznavour : di piccole dimensioni, ma più grande della vita
Presentato in prima mondiale durante la serata di gala del 30e anniversario del Festival Cinemania, Signor Aznavourdiretto da Grand Corps Malade e Mehdi Idir, vede protagonista Tahar Rahim nel ruolo del leggendario cantante. Fin dalle prime immagini siamo immersi nei ricordi d’infanzia di Charles Aznavour, figlio di profughi armeni stabilitisi a Parigi, cresciuto nel cuore della Seconda Guerra Mondiale e della povertà. I suoi modesti inizi sono filmati con una precisione che rivela l’essenza dell’uomo prima della leggenda e getta le basi per il viaggio di un ostinato opportunista. Autodidatta, scrive, compone ed esegue le sue canzoni; la sua versatilità testimonia il suo desiderio di riuscire e, supportato dal suo complice di prima scena Pierre Roche (interpretato da Bastien Bouillon), Aznavour percorre i cabaret parigini per raggiungere questo obiettivo.
Insieme, sono sotto la guida di Édith Piaf (interpretata da Marie-Julie Baup), che li ispira a perseguire la loro carriera a Montreal. La complicità tra Piaf e Aznavour è affrontata con finezza: il film ne presenta l’interprete L’inno all’amore come una seconda madre che, attraverso i suoi gesti, gentili e bruschi, contribuisce a plasmare l’iconico Aznavour che conosciamo. Il film è caratterizzato dalle apparizioni di altre figure emblematiche dell’epoca che sorprendono, come Frank Sinatra, Gilbert Bécaud o Johnny Hallyday, rafforzando l’immagine di Aznavour come artista in evoluzione tra i grandi del suo tempo. Tuttavia, i registi non cercano di attenuare le difficoltà del suo viaggio. Sia attraverso il razzismo che ha dovuto affrontare, la pressione per adattarsi ad una certa immagine, sia attraverso i suoi ripetuti fallimenti nella ricerca di una vita familiare stabile, i momenti bui della vita del cantante vengono rivelati.
“Era un padre molto presente, lo accompagnavo nelle sue tournée e conservo un bel ricordo di lui”, testimonia la figlia dell’artista, Katia Aznavour, presente all’anteprima. Questa testimonianza, pur commovente nella sua intimità, contrasta con l’immagine tormentata dell’artista che il film espone, in particolare con il suo ruolo di padre a volte assente. Verso la fine, il film assume un tono malinconico, lasciandoci faccia a faccia con un uomo vulnerabile, contemplando il viaggio che ha intrapreso. Un’interpretazione di Ieri di nuovo conclude il film, e offre al pubblico un ultimo addio all’uomo che, fino al suo ultimo respiro, ha incarnato l’atemporalità e la bellezza della canzone francese.
Signor Aznavour uscirà in Quebec il 29 novembre 2024.
Adoro, uff : quando i giovani reinventano il cinema
In Adoro, uffClotaire e Jackie, due anime danneggiate, si incontrano e diventano amici nel corso di una storia d’amore agrodolce. Fin dalle prime note della colonna sonora, il film ci immerge in un universo musicale ricco e allo stesso tempo nostalgico, composto da successi degli anni ’80 e ’90 che evocano un’atmosfera retrò.
Adoro, uff è soprattutto una dichiarazione d’amore per il cinema. Il regista Gilles Lellouche ci regala un film vibrante, pieno di audacia, vitalità e intensa ambizione creativa. Certo, il film a volte esagera con gli effetti, ma questa esuberanza contribuisce all’autenticità e alla cruda emozione che ne deriva.
Anche se lo scenario è classico e riconoscibile, il cattivo ragazzo con un cuore tenero e il maniacale ragazza folletta un po’ disilluso – Adoro, uff riesce ad affascinare e commuovere, portato da personaggi incredibilmente accattivanti. La vera forza del film risiede nell’alchimia tra i giovani interpreti (Mallory Wanecque e Malik Frikah) che eclissano i loro colleghi più anziani (Adèle Exarchopoulos e François Civil). I loro scambi sono così naturali che ci sentiamo quasi degli intrusi nelle scene più intime.
Adoro, uff non è certo esente da difetti: i dialoghi a volte mancano di finezza, e il montaggio a volte evoca transizioni da Video Star, ma questi elementi aggiungono un tocco kitsch che ben si adatta al fascino del film.
Lungi dal proporre qualcosa di rivoluzionario, Adoro, uff tuttavia, riesce a realizzare un brillante riciclaggio di cliché, con un connubio tra modernità e nostalgia che riecheggia ricordi romantici dell’adolescenza, in un film profondamente toccante sulla giovinezza.
Adoro, uff uscirà in Quebec il 1 gennaio 2025.
L’atleta : Stevens Dorcelus da una nuova prospettiva
L’atletadiretto da Marie Claude Fournier, offre uno sguardo intimo sulla vita di Stevens Dorcelus, una personalità di spicco della televisione del Quebec. Sebbene noto principalmente per la sua vittoria a Doppia occupazione in Occidente (2021), Dorcelus viene presentato in questo documentario come un giovane spinto dal desiderio di realizzare i propri sogni attraverso la disciplina del salto in lungo. Le sue prestazioni lo rendono una figura rispettata sul campo; ma la sua storia non si ferma alle medaglie. Questo è ciò che cerca di rivelare la macchina fotografica di Fournier, che lo segue dal 2013.
Fin dalle prime scene si avverte l’autenticità. Gli scambi in creolo haitiano con i suoi cari ci immergono in una quotidianità senza artifici, dove ogni dialogo fa emergere il calore della famiglia “affiatata” di cui il giovane Stevens sogna di rendere orgoglioso. Proveniente da una famiglia monoparentale, Dorcelus è caratterizzato dal dovere di restituire qualcosa alla sua comunità, la sua passione va oltre una ricerca personale. Questa passione incarna quella di un’intera comunità, quella della diaspora haitiana in Quebec. Attraverso le sue imprese, mostra ai giovani, soprattutto a quelli provenienti da ambienti modesti, che è possibile elevarsi, “rompere” i vincoli imposti dal loro ambiente e realizzare grandi cose.
Nelle sale dal 13 dicembre 2024.
Donne sul balcone : un inno alla sorellanza… fallito
Donne sul balcone di Noémie Merlant, scritto in collaborazione con Céline Sciamma, tenta di denunciare il patriarcato attraverso una trama che unisce soprannaturale e satira. Nonostante alcuni momenti riusciti di commedia nera, il film non riesce a mantenere un tono coerente e la sua conclusione imbarazzante indebolisce il suo messaggio femminista.
Se si sperava in una satira piccante o in una commedia horror, solo alcuni momenti riescono a risvegliare questo spirito irriverente. Questi tocchi di umorismo nero non bastano a bilanciare la cruda violenza che domina certe scene e mina l’intenzione umoristica iniziale. Il film tenta anche di introdurre elementi soprannaturali in modi inaspettati, ma questi alla fine sono sottoutilizzati e sembrano essere casuali.
La commedia, sebbene spesso deliberatamente oltraggiosa, utilizza mezzi infantili e porta alcune scene addirittura a registri involontariamente sordidi, in particolare quando lo stupro coniugale viene presentato come uno scherzo di cattivo gusto. L’umorismo crudo qui si rivela totalmente dissonante e crudelmente privo di discernimento.
La conclusione, una scena che pretende movimento Libera il capezzolomanca di sfumature e sembra quasi fuori posto nel contesto di una narrativa di genere cinematografico Stupro e vendetta (Stupro e vendetta). Tentando di toccare diversi temi senza esplorarli appieno, il film finisce per diluire il suo messaggio e diminuire la portata della sua denuncia femminista.
Nonostante la generosità e lo spirito rischioso di Merlant, questa commedia folle rimane un film fallito. Si avverte qui una visione abbastanza limitata: lo scopo vuole essere un pamphlet contro il patriarcato, un inno alle sorellanze, ma l’esecuzione è in realtà ristretta e troppo segnata da un femminismo che si rivela superficiale.
Una rappresentazione di Donne sul balcone avrà luogo il 13 novembre alle 21:00 al Cinéma Quartier Latin, nell’ambito del programma Cinemania. Il Festival termina il 17 novembre 2024.
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