La situazione delle sale da concerto nella Svizzera romanda è precaria e le allerte aumentano. Come Fri-Son a Friburgo, Ebullition a Bulle ha recentemente lanciato un appello alla solidarietà del suo pubblico. Dopo aver lanciato tre settimane fa una campagna di crowdfunding, l’istituto ha raggiunto l’obiettivo di 50’000 franchi. Una vittoria tinta di sollievo per Antoine Jacquat, presidente del centro culturale con una capienza di 300 persone, con il quale abbiamo discusso delle sfide incontrate e delle soluzioni messe in atto.
“Il mese scorso ci siamo ritrovati gradualmente a corto di liquidità. Con costi fissi mensili di 15 000 franchi al mese, per coprire ottobre, novembre e dicembre mancavano 45 000 franchi», spiega Antoine Jacquat. Si tratta di una situazione senza precedenti per Ebullition, che finora è riuscita a mantenere il proprio equilibrio finanziario fino all’inizio dell’anno successivo. Ma, nel 2024, la situazione è cambiata.
Il presidente spiega questa situazione critica con un calo delle presenze e una riduzione dei consumi al bar che è direttamente collegata agli effetti del Covid. “Questo fenomeno, condiviso da altri teatri, incide sulle nostre finanze. Anche se bere meno alcol ha un effetto positivo sulla salute”, mette le cose in prospettiva.
Di fronte a questa crisi, la Camera ha moltiplicato le iniziative: “Abbiamo avviato trattative con i nostri proprietari per rivedere gli affitti”. Nel frattempo sono stati tentati degli aggiustamenti, come l’inizio dei concerti prima o un’offerta più ampia di bevande analcoliche, ma questi sforzi rimangono insufficienti a compensare le perdite. “Ecco perché abbiamo lanciato una campagna di crowdfunding”, spiega. Un’azione che ha subito riscosso un grande successo.
«Avevamo programmato di fare il bilancio alla fine dell’anno per vedere se avessimo raggiunto i 50’000 franchi, ma lunedì sera, dopo sole tre settimane, ci siamo riusciti. Questa manifestazione di solidarietà è fantastica. Siamo davvero contenti perché questo ci toglie già un peso notevole dalle spalle”.
Infatti, più di 200 donatori hanno contribuito a questa campagna. Ognuno ha la possibilità di lasciare un messaggio che verrà inciso sulla barra Ebullition. Poiché c’è ancora spazio per scrivere qualche parola, la campagna di crowdfunding proseguirà fino alla fine dell’anno. “L’obiettivo però è non ritrovarci più in una situazione simile”, ricorda Antoine Jacquat. Per fare questo verranno organizzati incontri con un comitato strategico, composto da ex membri, per ripensare il modello economico e l’attrattività della sala. Il primo avrà luogo questo mercoledì sera.
Con l’arrivo di un nuovo programmatore lo scorso settembre, il team spera di attirare un pubblico più ampio. Inoltre si avverte già un leggero aumento delle presenze. Quanto basta per permettere agli Ebullition di guardare al futuro con una nota di speranza, portati dalla forza della solidarietà e dall’amore per la musica.
Fai una donazione a Ebullition o scopri la loro programmazione sul loro sito web.
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