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Al cinema, un film intimo sulla vita di Eileen Gray e della sua villa E.1027

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Parigi è anche il luogo dell’incontro con Jean Badovici, caporedattore della rivista di riferimento Architettura vivente e vicino ad architetti influenti come Le Corbusier. La loro collaborazione segna un punto di svolta nella carriera del designer e crea un’emulazione allo stesso tempo creativa ed emotiva. Insieme pubblicano un trattato in cui Eileen Gray apre alla critica dell’architettura moderna e immagina la villa sul mare E.1027 a Roquebrune-Cap-Martin, il cui nome è la combinazione delle iniziali dei due architetti. Un’opera totale e magistrale, la casa è il gioiello della vita di Eileen Gray. Tuttavia, quando negli anni ’30 lo affidò a Jean Badovici, Le Corbusier decise, da solo, di dipingere lì enormi affreschi senza il suo consenso. Quando la stilista lo scopre, entra in conflitto con “Corbu” (sic), che risponde installando il suo famoso padiglione in legno a pochi metri dalla villa E.1027. “Le Corbusier non si appropriò della casa di Gray perché era essa stessa una donna, sottolinea Béatrice Minger, sceneggiatrice e regista del film. Non poteva sopportare il suo punto di vista diverso – la sua profonda sensibilità, la sua forza artistica, la sua libertà – e doveva farlo suo. »

Da sinistra a destra, gli attori che interpretano Le Corbusier, Eileen Gray e Jean Badovici.

In seguito a questo evento, Eileen Gray si ritirò in una seconda casa, che costruì a distanza dal lungomare, prima di scomparire completamente dai radar. Dopo la partenza di Le Corbusier, la sua famosa villa cadde nelle mani dei tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale, che la crivellarono di proiettili e la danneggiarono; poi di un artista pazzo, che lo trasforma in un luogo di festa e che all’interno viene trovato morto. Cadde completamente in rovina e divenne un edificio occupato negli anni ’60, prima che un articolo lo riportasse alla ribalta nel 1968 riabilitando Eileen Gray come una delle figure più importanti dell’architettura moderna. Quando morì nel 1976, all’età di 98 anni, ordinò alla nipote di distruggere ogni traccia della sua vita personale, in modo che sopravvivesse solo la sua opera. La villa, classificata monumento storico, è oggi accuratamente conservata e aperta ai visitatori.

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