L’uomo, 59 anni, tornato in detenzione a marzo a seguito della revoca parziale di una pena sospesa risalente al 2019, è stato rilasciato il 2 novembre. Martedì il tribunale di Parigi lo ha dichiarato colpevole di aver organizzato la sua insolvenza per non ripagare i suoi debiti legali.
Questi nuovi reati, commessi come recidivo legale, sono la prova che egli “non ha chiaramente imparato la lezione” dalle sue precedenti condanne, ha dichiarato il presidente, per giustificare l’emissione di un mandato d’arresto contro l’accusato, che era assente durante la condanna udito.
“Inganno”
In questo caso, è stato accusato in particolare di aver ridotto i suoi diritti d’autore nei contratti di edizione, principalmente per il libro di cui era coautore, “La cavale” (2022) o di aver occultato proventi nell’ambito di un contratto di influencer per l’ex “papessa dell’influenza” Magali Berdah e suo marito Stéphane Teboul.
Marco Mouly è stato processato anche per aver creato una società, la SAS I Trade, senza alcuna vera attività economica. In tale procedimento è stato riconosciuto colpevole anche di abuso di beni aziendali.
La corte ha sottolineato l’“inganno” messo in atto dall’imputato a “danno dell’intera società”, evidenziando una “particolare ingegnosità” del suo modo di operare e la creazione di una sede centrale fittizia “allo scopo di ingannare» i servizi di integrazione e libertà vigilata del detenuto che lo ha seguito.
283 milioni di euro
Il 25 settembre l’accusa ha chiesto nei suoi confronti quattro anni di reclusione nonché l’interdizione definitiva dalla gestione di un’impresa, precisando che Marco Mouly avrebbe volontariamente evitato di ottenere “redditi pignorabili”, impedendo il rimborso dei suoi debiti giudiziari.
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