Qualche settimana fa, l’eurodeputato e compagno della conduttrice di “Che era!” si è fatto male alla schiena mentre trasportava la biblioteca di suo padre André Glucksmann.
Philippe Cavervière non potevo farci niente. Nel numero del 31 ottobre, Il punto lo ha rivelato Raffaello Glucksmann si fece male trasferendo dall'appartamento di famiglia i numerosi libri di suo padre, il filosofo André Glucksmann. Da allora l'eurodeputato è costretto a indossare un corsetto. Non c’è voluto molto perché il comico gli dedicasse parte della sua rubrica in “Che volta!”.
Così, sabato sera, si era appena sistemato sul set del talk show di France 2 quando ha assunto la compagna di Lea Salame . Con suo grande dispiacere. “Sono stato attento alle notizie e ho fatto bene perché c’era un fatto politico importante che è stato riportato su un giornale d’inchiesta, Gala Credo”cominciò. Con queste semplici frasi, la giornalista e conduttrice ha subito capito a cosa si riferiva il suo opinionista e ha rilasciato una a “Oh no!”. Non abbastanza per convincere Philippe Caverivière a fermarsi lì. “Il tuo coinquilino, il tuo coinquilino++, Raphaël Glucksmann, si è infortunato alla schiena mentre spostava la sua biblioteca. Non siamo andati lontani da una morte davvero schifosa.”ha continuato prima di interpretare un presentatore televisivo che annuncia cattive notizie: “E apprendiamo che lo scrittore e politico francese Raphaël Glucksmann è morto schiacciato dalla sua collezione di libri, in particolare dai libri completi di Arlecchino”.
Di fronte a lui, Léa Salamé, sempre pronta a ridere delle battute del comico, ha poi commentato: “È davvero necessario?”. Philippe Caverivière continua: “No ovviamente, nella biblioteca di Raphaël ci sono le enciclopedie, i libri di suo padre André, ci sono i dizionari, c'è La Pléiade… Dev'essere un inferno commuovere un intellettuale, è una cultura pesante”. E per concludere con autoironia: “Mentre un idiota come me, lo sposti tu. Firenze [Peyre, NDR] chi è mio amico, ha fatto la mia mossa, c'erano due Pif Gadget, una Playstation, una cornice con la maglia autografata di Jean-Pierre Papin, due biglietti quadrati d'oro per Les Forbans… Cosa ci è voluto? Un quarto d'ora”.
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