Tra la ricostruzione della notte di orrore vissuta da ragazzino in un albergo di Avignone, e la sua successiva ricostruzione, quellail fotografo Jean-Michel André offre il suo mostra fotografica “Sala 207” all’Ospizio Contessa, fino al 2 febbraio.
La notizia finì sulle prime pagine di non pochi giornali. Una notte dell’agosto 1983, all’hotel Sofitel di Avignone, sette persone (quattro dipendenti e tre clienti) furono brutalmente uccise da “criminali” durante un tentativo di rapina. Almeno questo è quanto emerso dall’indagine che ha lasciato alcune zone poco chiare.
Quella notte, Jean-Michel André si trovava nella stanza accanto a quella in cui ebbe luogo la carneficina. Suo padre è una delle vittime. Aveva 7 anni e stava perdendo la memoria.
“Room 207”, una mostra e un’autofiction
Nella sua mostra “Room 207” da scoprire all’Hospice Comtesse* di Lille prima del 2 febbraio, l’attuale fotografo offre due cose: una ricostruzione, più o meno difettosa, della notte della tragedia ma anche dei luoghi “che avrebbe potuto, o avrebbe potuto, incrociarsi con suo padre“; e la ricostruzione dopo questo trauma.
In una grande sala del museo, le sue fotografie di paesaggi, uccelli e di suo padre si mescolano con archivi di stampa, oggetti di famiglia ed elementi investigativi. Vediamo la sua memoria ricostruita e reinventata in frammenti, sentiamo il suo sentimento di lutto, proviamo ad analizzare attraverso le sue fotografie la sua riparazione psichica, carica di poesia.
La mostra è breve ma intensa e a dire il vero le sue foto hanno successo: il suo libro fotografico “Chambre 207” (Actes Sud) ha vinto il premio Nadar 2024.
*La mostra fa parte del programma Hors des Murs dell’Istituto di Fotografia, che ha chiuso per lavori di ristrutturazione e riaprirà nel 2026.
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