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Bugie, stampelle, sofferenza… La formidabile opera creata da Debora Cahn torna su Netflix con una seconda stagione abbreviata e molto più oscura.
“La democrazia non è più di moda”. Hal (Rufus Sewell, ferito dopo l’esplosione della bomba nella stagione precedente) sbotta a Kate (Keri Russell, più confusa e scarmigliata rispetto all’anno scorso) verso la fine del sesto episodio di questa seconda stagione abbreviata – dopo lo sciopero di Hollywood dello scorso anno è stato necessario ridurre le scadenze e la durata. La battuta finale non sembra nulla nei dialoghi ad alta quota che rendono geniale il diplomatico viene pronunciato durante uno dei tanti “pillow talk”, queste confessioni sul cuscino della coppia che si scambiano di volta in volta rivelazioni sconvolgenti, che si alternano alle trattative più ufficiali “walk and talk” a margine e ai ripetuti incontri di crisi. Bugie e verità che nascondono altre bugie ad libitum formano un millefoglie dove tutti sbagliano o si lasciano ingannare sullo scacchiere delle questioni geopolitiche: chi ha affondato la nave e chi ha piazzato la bomba, aprendo e chiudendo la prima stagione? Per quale motivo, da quale Stato? Tutti si perdono, Kate per prima, i lineamenti disegnati.
La stagione del rimettersi in piedi e con le stampelle
Questa stagione evoca quindi una gravità più pallida
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