Sono passati più di 20 anni da quando Tania Saleh è diventata un volto imprescindibile della scena alternativa araba, più precisamente a partire dal suo album Al-Jil al-Jadeed (The New Generation), uscito nel 2002. Da allora ha moltiplicato le sue esperienze, tra cinema (canzoni di film Caramello et Adesso dove stiamo andando? ? di Nadine Labaki), i ritmi della bossa nova Poche immagini (2014) o i testi impegnati mescolati con accenti electro in Intersezione (2017).
Scegliendo di cantare per i bambini con Il gioco dei bambini, l’artista libanese si inserisce in una certa tradizione di cantanti arabi alternativi che hanno messo il proprio talento al servizio di un repertorio che è sbagliato considerare minore1. Se alcuni, come Marcel Khalifé e Oumayma Al-Khalil, hanno fatto anche scelte molto politiche per questo tipo di pezzi (“ Trattamento Tefl » — Il bambino e l’aereo —, « Lewlad w el-dhib » — I bambini e il lupo —, album Al confine, 1980), altri artisti come il palestinese Rim Banna (Fiori d’aprile. Canzoni dalla Palestina, 2009) o più recentemente Faraj Suleiman (Faheem, 2021) hanno contribuito a democratizzare l’idea che anche i bambini meritano l’attenzione degli artisti professionisti.
Un album da ascoltare… e vedere
Progettato in un’epoca in cui la Musica si smaterializzava, Gioco per bambini è sia un album che un oggetto. L’opera musicale composta da 10 canzoni in arabo libanese, creazioni originali di Tania Saleh, uscirà l’11 novembre 2024 su tutte le piattaforme musicali conosciute. È già annunciato su YouTube con le prime clip sotto forma di film d’animazione. Quanto all’oggetto – sia un libro da colorare che un booklet dell’album contenente i testi delle canzoni e le loro traduzioni in francese e inglese – sarà disponibile prima delle vacanze di fine anno, con una festa di lancio prevista a Beirut e che il l’artista spera di mantenere, nonostante l’aggressione israeliana.
Tania Saleh ha frequentato la scuola d’arte e ha avuto una vita come graphic designer prima di essere tentata dalla musica. Preoccupata per l’universo visivo dei suoi album, li ha sempre accompagnati con lavori creativi originali, nella fotografia, nel disegno o nei graffiti. Durante la produzione del suo album Intersezione, ha messo in particolare risalto questa arte di strada che ha vissuto il suo periodo d’oro nel mondo arabo al tempo delle rivoluzioni arabe. In Gioco per bambiniun filo conduttore collega la musica e il libro: i disegni dell’artista, acquerelli fatti a mano che poi scansiona e anima per realizzare i video delle canzoni. Alcuni di questi disegni sono disponibili in bianco e nero per la colorazione. Lei spiega:
L’idea è quella di poter ascoltare la musica nel modo più accessibile possibile sul mio telefono, ma di avere un oggetto con cui creare un legame con i bambini, in particolare negli incontri che si svolgeranno nei campi profughi dando l’esempio , in Libano e altrove.
Una doppia lettura
Il gioco dei bambini, Il primo album che l’artista ha registrato a Parigi da quando si è trasferito nella capitale francese nel 2022, è un progetto di lunga data che è stato accelerato dagli eventi. Tania Saleh nutriva da tempo l’idea di un album per i bambini libanesi all’interno del Paese e nella diaspora, ma il 7 ottobre 2023 è avvenuto il genocidio e i massacri che ne sono seguiti:
Ho già pronto un album per gli adulti, ma non era il momento per me di parlare con gli adulti. Volevo fare qualcosa per i bambini, che qualcuno pensasse a loro con tutto quello che sta succedendo, tutta questa distruzione che stanno vivendo. Non dobbiamo mentire loro, comportarci come se nulla fosse successo, ma i colori, i disegni sono lì per dire loro che tutta questa guerra finirà.
Le canzoni, infatti, oscillano tra gli elementi essenziali del repertorio infantile – l’alfabeto, i giorni della settimana, la ninna nanna -, ma consentono una doppia lettura dove la storia e l’attualità della regione – Libano, Palestina – sono ben presenti. Così è con il pezzo “ Il vaso » (Le Voisin), raccontando con ritmo frenetico la storia di questa casa che brucia mentre l’uomo che la abita è assente e « la chiave è nella sua tasca ». Un sottile riferimento alle chiavi che i palestinesi, cacciati dalle loro terre dopo la Nakba, portano con sé, con la speranza di poter un giorno godere del loro diritto al ritorno. Indoviniamo facilmente anche l’identità di questo” Grande mostro » dal 7e traccia quale « attacca le case dei villaggi e brucia gli ulivi », e che nella clip assume la forma di un gigantesco stivale militare. L’omaggio agli abitanti di Gaza è più esplicito nella canzone” Dawwi » (Brille) dedicato « con tanto amore per l’ingegnere Houssam Al-Attar », un bambino di Gaza sfollato con la sua famiglia. Era soprannominato “ il Newton di Gaza » per essere riusciti, sfruttando l’energia eolica, a riportare l’energia elettrica nelle tende degli sfollati.
Né denigrazione né autarchia
I brani musicali come il libretto evidenziano un sapiente mix di riferimenti mitologici o storici fenici, promozione della lingua araba – in particolare tra i bambini della diaspora libanese nei paesi non arabi – e riferimenti ai classici occidentali, come il pezzo di Mozart “ Dodici variazioni su “Ah ! te lo direi mamma? » (ripresa in melodia per l’alfabeto o con la canzone « Scintilla Scintilla Piccola Stella ), oppure il riferimento alla favola di “ La Cicala e la Formica » nel video musicale della canzone « Moussiqa » (Musica). « Voglio mostrare ai nostri figli che, ovviamente, possiamo prendere spunto dalla cultura occidentale, che ha la sua ricchezza, ma abbiamo anche cose belle di cui dovremmo essere orgogliosi. Non è esclusivo. »
Facendo ascoltare ai bambini canzoni composte da testi reali e composizioni e distribuzioni musicali professionali, con una forte enfasi sugli assoli di strumenti, Tania Saleh spera di dare il suo contributo a una certa forma di educazione musicale, dove gli accordi maggiori e minori della musica occidentale mescolarsi con i quarti di tono della musica araba. Sfogliando il libretto Il gioco dei bambini, ci imbattiamo in una curiosa iscrizione in lettere fenicie: « Significa “Amore e Pace”. » Cosa potremmo desiderare di più per i bambini della Palestina e del Libano? ?
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