Questi artisti, che si esibiscono come chikhates – questi popolari cantanti marocchini, indipendenti e liberi, del XIX e XX secolo – sono saliti sul palco di un festival a Tangeri il mese scorso. Truccati e vestiti da donne, hanno offerto al pubblico uno spettacolo colorato, suscitando entusiasmo e incomprensione, riferisce France Inter.
Mentre la maggior parte degli spettatori ha accolto lo spettacolo con grida di gioia e applausi, alcuni, più conservatori, hanno espresso la loro disapprovazione. “È un argomento molto difficile in Marocco”, spiega Ayoub, uno spettatore. “Molti associano questo tipo di spettacolo all’omosessualità, che rimane un tabù nella nostra società”. Noura, dal canto suo, testimonia un’evoluzione del suo modo di vedere: “All’inizio ero scioccata, ma alla fine l’ho trovato carino, diverso. »
Leggi: Grande omaggio agli Shikhate
Questa troupe, che da otto anni si destreggia tra la gestione di una scuola di teatro e concerti in un bar di Casablanca, ha riscontrato un successo crescente, spingendosi anche oltre i confini del Marocco. Ora si è stabilita in un appartamento nel quartiere di Mers Sultan, noto per essere il cuore della scena culturale alternativa di Casablanca. “Trasformiamo questo piccolo soggiorno in un piccolo teatro da salotto”, spiega un membro della troupe. “Siamo attori, musicisti, ballerini, cantanti. Siamo un po’ come il metodo Théâtre du Soleil. »
Ghassan El Hakim, il regista, descrive il suo cabaret come “matrimoniale”. Ripensa all’esperienza di Tangeri: “È stato uno dei migliori concerti che ho fatto in tutta la mia carriera come chikhate! Il rischio c’era, ma abbiamo scelto di non aumentare la sicurezza. Eravamo lì, come Shikhates, e questo bastava. » Di fronte agli attacchi su Internet e sulla stampa locale, preferisce invocare la storia e le tradizioni marocchine: «Tutti i nonni dei presenti hanno visto il Khomsi ballare come una donna. È un’antica tradizione che esiste ancora in alcuni paesini isolati di montagna. »
La troupe, erudita e appassionata di storia, si impegna a ricercare i testi di antichi canti scritti in dialettale arabo. Le piace anche ricordare la figura di Bouchaib El Bidaoui, artista transgender marocchino degli anni ’50, che, come loro, ha contribuito a scuotere le norme.
Related News :