In occasione dell’uscita il 15 novembre del suo nuovo album, Samares (ECM Records), in trio con il contrabbassista Patrice Moret e il batterista Julian Sartorius, il pianista Colin Vallon è in tournée sui palcoscenici svizzeri, francesi e tedeschi. Portato dal singolo Martecomposta all’inizio della guerra in Ucraina, tra ozio e speranza, questa quarta registrazione in trio si preannuncia ampia e generosa, come il tocco ammaliante del musicista vodese. S.G.
Colin Vallon Trio. Friburgo (La Spirale), sabato 9 alle 20:30; La Chaux-de-Fonds (Les Murs du Son), venerdì dalle 15 alle 20:30; e Sion (Ferme-Asile), sabato dalle 16:00 alle 21:00.
Ginevra
Cinema
Nel 2005 l’antropologo Philippe Descola ha pubblicato il saggio Oltre la natura e la cultura. Per strizzare l’occhio il cinema Sputnik propone un miniciclo dal titolo “Oltre l’uomo”. L’occasione in particolare di scoprire in esclusiva il lungometraggio belga Robinson Crusoe è uno stronzodi Benjamin Deboosere, sul mito del colono bianco venuto a portare la civiltà alle popolazioni indigene. S.G.
Ciclo “Oltre l’umano”. Sputnik, fino al 27 novembre.
Dei Ramleh (il gruppo è oggi un duo guidato dai due cofondatori Anthony Di Franco e Gary Mundy) si dirà che è qualcosa che solo il Regno Unito può offrire: una lega di rock ripetitivo e noise (non è questo dove risiede la specificità britannica) che costruisce una forma di psichedelia pallida e cruda (lì siamo più britannici). Questa musica, dal 1982, non cerca di esplorare aldilà colorati, ma piuttosto di sublimare la nostra parte maledetta in una trance a bassa frequenza. P.S.
Ramleh. Grotta 12, noi 13 alle 21:00.
Occhiali
Non possiamo più dire nulla. E soprattutto non possiamo più dire: “non possiamo più dire nulla”… Refrattari a ogni confinamento, come hanno dimostrato nel brillantissimo Distorsione di andata e ritorno dove hanno illuminato i nostri preconcetti, Steven Matthews e la sua compagnia Don’t Stop Me Now offrono niente di meno che una commedia musicale attorno a verità assolute che sono in realtà molto relative… Cioè, osservano il regista e Cécilia Olivieri per iscritto, “in la nostra società è satura di “fatti”, scegliamo quelli che ci fanno comodo per stare dalla parte giusta della Storia”. Con i suoi dieci artisti che incarnano queste tribù morali che non sono più d’accordo su nulla, ecco uno spettacolo che promette di “fare la pace”! M.-P. G.
“La generazione degli autoscontri”. Théâtre du Loup, dal 12 al 24 novembre.
A cuore aperto. Così vive spesso i suoi spettacoli Sidi Larbi Cherkaoui, direttore del Ballet du Grand Théâtre. Nel 2022, ha reso omaggio a sua madre ad Anversa, nel Vlaemsch (a casa mia), con la sua compagnia Eastman. Oggi continua il suo mosaico con Ihsane dove segue le orme del padre nei labirinti bianchi di Tangeri. Con lui, in questo viaggio interiore, ci sono i ballerini del Balletto di Ginevra. In arabo “Ihsane” significa “benevolenza”, “bontà”, “eccellenza”, sussurra l’artista. Abbiamo bisogno di “Ihsane”, soprattutto di questi tempi. Quindi lascia che sia la sua luce! A.Df
“Ihsan.” Grand Théâtre, dal 13 al 17 novembre.
Ogni mostra di Milo Rau è una pugnalata nella rete delle nostre indifferenze. Dopo il suo scioccante Clemenza di Tito al Grand Théâtre, l’artista svizzero torna a Ginevra, alla Comédie, con Famiglia. Si ispira a una tragedia di oggi: nel 2007 a Calais, una coppia e i loro due figli si suicidarono, non senza aver riordinato la casa. Gli attori belgi An Miller e Filip Peeters si fondono nella loro camera oscura. Stanno cercando la chiave per un atto incredibile e anche noi. Come sempre con Milo Rau, affrontiamo le nostre ombre. A.Df
“Famiglia.” Commedia, dal 13 al 16 novembre.
Neuchâtel
Spettacolo
Il respiro delle utopie in quota. Anne Bisang, direttrice del Théâtre populaire romand (TPR), voleva uno spettacolo che parlasse di questi centri unici di umanità che danno origine alle città di montagna come La Chaux-de-Fonds. L’autrice francese Magali Mougel realizza il suo desiderio Si comincia con il fuoco. Dopo la caduta del Muro nel 1989, uomini e donne hanno cospirato per un mondo più armonioso. Sette attori, tra cui Philippe Vuilleumier, Angèle Colas e Françoise Boillat, alimentano il fuoco di rivoluzioni felici. A.Df
“Inizia con il fuoco.” La Chaux-de-Fonds, TPR, Beau-Site, fino al 17 novembre.
Vaud
Musica
Negli anni ’60 fu la voce dell’indipendenza del Mali. Nei transistor, Boubacar Traoré canta il blues del Niger, poi, quando arriva al potere Modibo Keita, scompare dalle onde radio, considerato il musicista dell’antico regime. Poi iniziarono alcuni anni di vagabondaggio a Parigi, prima che un produttore scoprisse un nastro delle sue registrazioni radiofoniche a Bamako e iniziasse a cercarlo. “KarKar” rinasce quindi dalle sue ceneri. Da questo particolarissimo destino il musicista ha tratto una forza vitale ancora ben presente a 80 anni. Quando sale sul palco è la storia del Mali a trasparire. JDBG
Boubacar Traore. Losanna, Jumeaux Jazz Club, martedì 12 alle 20.
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