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Le radici elementari di Philippe Boxho: “Volevo farmi prete e sono arrivato alla medicina”

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Prima di intraprendere gli studi di medicina, poi dedicando la sua vita all’esame dei cadaveri, Philippe Boxho, oggi star delle librerie e dei social network, considerava una vita religiosa. La ricerca del significato della vita lo ha infine portato verso il mondo dei morti.


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Di Nicolas Crousse e Anne-Sophie Leurquin

Pubblicato l’11/08/2024 alle 13:44
Tempo di lettura: 2 minuti


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Pochi minuti prima dell’orario dell’appuntamento, all’istituto forense di Liegi, squilla il telefono. Queste sono le edizioni Kennes. Ci riceverà Philippe Boxho ma è esausto, ci dicono, il ritmo delle sue conferenze e delle firme che circondano il successo dei suoi libri, classificati ai primi posti delle vendite a Parigi e nella pianura, è davvero delirante.

Stiamo arrivando. L’uomo che ci accoglie ci inganna. Sulla sua scrivania, un diario ampio, ricco e scorrevole. Nella sua biblioteca, il trattato di anatomia di Vesalio, che sfoglierà al termine dell’incontro. Per quasi due ore, Philippe Boxho, che ci offre “un caffè per risvegliare i morti”, racconta la sua storia. La sua pronuncia rapida segue il filo dei suoi pensieri costantemente vigili. Da bambino era, secondo lui, turbolento, iperattivo, in fuga dal vuoto. Da adulto, Boxho, l’uomo che ha fretta, è cambiato così tanto? Ci assicura. Vorremmo crederci.



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