Nella notte tra il 23 e il 24 novembre 2021, un operatore di CROSS Gris-Nez è al telefono con uno degli occupanti di un gommone che affonda nella Manica.
L’operatore si arrabbia, gli spiega che ormai si trovano in acque britanniche, dove è in arrivo una barca di salvataggio (il che è falso) e finisce per sbottare: “Non sono stato io a chiederti di andartene. » Il giorno successivo furono recuperati ventisette corpi di migranti, compreso quello di una bambina.
Il romanzo Naufragiodi Vincent Delecroix, prende questo evento come punto di partenza. Ma è davvero una finzione incentrata sul carattere dell’operatore CROSS. Come ha potuto questa giovane donna, madre amorevole di una bambina, attenta ai suoi genitori, diventare per una notte un simile mostro? Con il suo stile potente, la sua scrittura chiara e priva di pathos, l’autore ci trasporta nei pensieri intimi del “mostro”.
E cosa fanno gli altri, tutti questi testimoni che fingono di non vedere? Contano su di lei. Non per salvare tutta questa povera gente, no, per salvare se stessa, per salvare la propria umanità.
Il romanzo rompe con i luoghi comuni sulla “tragedia dei migranti”, affronta la questione morale come avrebbe potuto fare Jean-Paul Sartre, per restituirci, come uno specchio, il volto di un mostro che conosciamo fin troppo bene. Un libro eccezionale che, di fronte a queste tragedie quotidiane, ci ricorda le nostre responsabilità.
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