Ore di Kamel Daoud, Jacarandadi Gail Faye, Madelaine prima dell’albadi Sandrine Collette e Arcipelaghi di Hélène Gaudy: ne restano solo quattro nella corsa Goncourt 2024 Mentre il vincitore sarà scelto lunedì 4 novembre 2024, gli editorialisti di Francia occidentale darvi le loro opinioni sui quattro libri in corsa.
Matthieu Marin : « Oredi Kamel Daoud, è un romanzo allo stesso tempo secco e terrificante”
Così come gli storici, gli scrittori ci aiutano a comprendere meglio il doloroso passato dell’Algeria. In Ore Kamel Daoud, premio Goncourt per il primo romanzo di Meursault, controinchiesta nel 2015, evoca il decennio nero, la guerra civile tra governo e gruppi islamici negli anni ’90.
Aube, la narratrice, è stata sgozzata dai terroristi durante una notte sanguinosa. In poche ore, un migliaio di Persone furono uccise in questo massacro. Suo padre, sua madre e sua sorella sono morti. Sopravvissuta miracolosamente ma diventata muta, racconta questa tragedia al bambino che le cresce nella pancia. “Nascondo la storia di un’intera guerra, scritta sulla mia pelle fin da quando ero bambino. » Non vuole tenere il bambino. Troppa paura per lui dopo l’orrore di ciò che ha vissuto e di fronte al futuro molto incerto del suo paese.
Un grande silenzio
Dopo diversi capitoli, appare un altro personaggio. Aïssa, libraia ambulante il cui padre era un tipografo. Molto loquace. Un altro aspetto della stessa lotta per la libertà.
A livello romantico, Ore è abbastanza secco, non sempre facile da seguire. Storicamente parlando, è terrificante. Già qui in Francia gli “eventi” della Guerra d’Indipendenza erano emersi solo molto lentamente, con il dispiegarsi delle ricerche e dei linguaggi. Che dire allora di questo periodo ben più recente, altrettanto doloroso, quasi passato sotto silenzio su entrambe le sponde del Mediterraneo?
Kamel Daoud è ben noto per le sue posizioni contro gli islamisti. Cosa dovremmo dare di fronte all’islamismo radicale? L’eroina, che lotta contro il predicatore dal suo salone di parrucchiere di fronte alla moschea, ha la sua risposta. Come lo scrittore, bersaglio di una fatwa e minacciato di morte.
Ci sarebbe un significato politico nel premiarlo. Tanto più che in Algeria, dove è vietato parlare di guerra civile, il suo libro è illegale. La casa Gallimard è addirittura bandita dalla Fiera del Libro di Algeri a novembre.
OreGallimard, 412 pagine, 23 €.
Claude Maine: “In JacarandaGaël Faye si atteggia a attento osservatore del Ruanda”
Un giorno del 1994, Milan, franco-ruandese, studente a Versailles, vide Claude, un giovane ruandese, arrivare a casa sua. Arriva senza bagagli e con una paura terribile. Ha riportato una ferita alla testa causata da un colpo di machete. Ha sofferto e ha visto gli orrori del genocidio commesso dagli Hutu che ha decimato i Tutsi, l’altro gruppo etnico del Paese.
Venancia, la madre di Milan, ruandese, non dice mai una parola di ciò che ha vissuto nel suo Paese prima di arrivare in Francia e suo padre sopporta questo ostinato silenzio. Successivamente, Milan andrà in Ruanda contro il consiglio di sua madre, ritroverà Claude e membri della sua famiglia. Lì, quello che i suoi amici definiscono “bianco” e Claude si mobiliterà per restituire dignità alle vittime e ai sopravvissuti.
Gael Faye (Piccolo paeseGoncourt des lycéens 2016), cantautore vive oggi a Kigali, capitale del Ruanda. Ritorna in Ruanda, oggetto di Piccolo paese e dettaglia con infinita cura, attraverso quattro generazioni, l’oppressione esercitata dagli Hutu sui Tutsi nel 1959, 1961 e 1963 e gli esodi imposti a questi ultimi.
Analizza anche le conseguenze, oggi, del genocidio, “sacrifici e spargimenti di sangue” attraverso il silenzio ostinato di sua madre. Anche attraverso la forza di Eusébie, un’altra ruandese rimasta nel paese, gran lavoratrice, il cui desiderio di ascesa sociale si trasforma in tirannia su Stella, la figlia adolescente che, suo malgrado, “nasce da una storia che gli ha insegnato a ingoiare le emozioni, a far scorrere le lacrime nello stomaco”. Questa giovane donna trova conforto presso Rosalie, sua nonna che viveva in esilio in Burundi, e isolandosi in un albero di jacaranda, un magnifico albero dai fiori viola.
Pensando agli assassini
Notti di festa e alcol permettono a una giovane generazione chiamata a incarnare il rinnovamento del Paese di liberarsi per qualche istante “da questo peso, così come la generazione precedente ha bevuto per dimenticare gli anni dell’esilio, le umiliazioni, l’odore della morte e delle fosse comuni”. Gaël Faye descrive i sopravvissuti che testimoniano davanti al pubblico e al Presidente della Repubblica negli stadi, i processi ai genocidi, gli amori ostacolati a causa di un antenato condannato per aver ucciso dei tutsi…
Claude, fuggito dal Ruanda “e dai fantasmi del passato”, è tornato nel Paese ed è diventato, secondo Milan, beffardamente, “una vera pubblicità della Riconciliazione”. A 37 anni ha avuto l’immenso coraggio di pensare “Sugli assassini”.
Osservatore attento, autore di un testo magistrale e toccante, Gaël Faye eccelle nel descrivere questo paese dove i genocidi “hanno creato, e per molto tempo a venire, una società di sfiducia”.
JacarandaGrasset, 288 pagine, 20,88 €.
Michel Troadec: « Madelaine prima dell’albadi Sandrine Collette, un romanzo molto oscuro e ricco di verità”
In Animale (2019), siamo nella foresta per una caccia all’orso… E sempre le foreste (2020, pluripremiato), è ambientato nell’incavo di una valle, dove, in un mondo in fiamme, Corentin cerca la donna che lo ha cresciuto. Eravamo lupi (2022) è ambientato sulle montagne dove Liam, che ha perso la compagna a causa di un orso, vive con il suo giovane figlio…
Dove ci porta Sandrine Collette questa volta? Madelaine prima dell’alba ? Nell’entroterra, dove gli uomini coltivano le terre di altri uomini che ne hanno tutti i diritti. Non hanno nulla tranne la loro forza lavoro.
Persone morte ma nessun assassino
Il lavoro è la loro quotidianità, la solidarietà la loro risorsa. In questo villaggio si riuniscono tre famiglie attorno ad Ambre e Aelis, sorelle gemelle e mogli di Léon ed Eugène.
Ci sono bambini, ma l’infanzia qui viene presto lasciata alle spalle. È allora che, dal nulla, arriva Madelaine, una ragazzina con un caratteraccio. Attraverso di essa, questa vita di ingiustizie esploderà, perché se vivere può essere una lotta permanente, ci sono dei limiti.
Madelaine prima dell’alba è un romanzo molto oscuro, con morti ma nessun omicidio, solo legittima difesa. E la scrittura di Sandrine Collette, semplice, vivace, incarna quanto più fedelmente possibile queste esistenze, passando da un essere all’altro con grande verità, nella dura cornice di una natura spietata.
Questo lunedì, 4 novembre, sapremo se Madelaine prima dell’alba è il premio Goncourt. Sarebbe meritato.
Madelaine prima dell’albaJC Lattès, 247 pagine, € 20,90
Florence Pitard: “In ArcipelaghiHélène Gaudy dipinge un ritratto sensibile e lucido di suo padre”
Il padre di Hélène Gaudy ha questa strana abitudine che colpisce molti di noi, a vari livelli: accumula. Nel suo studio di pittore, colleziona feticci africani, tubi di sabbia, biglietti della metropolitana, corde, incudini… Questi formano colline, montagne che minacciano di crollare da un momento all’altro.
Un giorno, la scrittrice viene a sapere di un’isola che porta il nome di suo padre, Isle de Jean-Charles, che, in Louisiana, minaccia di essere inghiottita dal Mississippi. Chiede al padre le chiavi del laboratorio e va a cercarlo prima che lui stesso scompaia, decifrando i mucchi di oggetti, le lettere, le poesie, aprendo i quaderni privati. Vuole capire quest’uomo che non ha conservato alcun ricordo della sua infanzia, quest’uomo gentile e timido a volte capace di scatti d’ira. Quale vuoto può colmare questa esigenza di accumulo?
La sua ricerca interiore porta Hélène Gaudy da Dreux a Mentone, dalla pianura della Beauce alla curiosa città immaginaria di Muzainville… Ogni scoperta le apre altri orizzonti, portandola da un arcipelago all’altro dell’arcipelago della memoria. Incontra così altri membri della sua famiglia, sua madre, sua nonna e soprattutto il suo incredibile nonno, l’altra figura straordinaria del libro, questo ex combattente della resistenza così amareggiato, stranamente affetto anche lui da una acuta sindrome del collezionismo…
Con grande amore, modestia e delicatezza, dipinge ritratti, scavando nei personaggi con lucidità, esplorando le traiettorie di vite intrappolate nei tormenti della Storia, nella Seconda Guerra Mondiale, nella Guerra d’Algeria… Arcipelaghi è un magnifico omaggio che i giurati del Premio Goncourt 2024 hanno avuto ragione di portare fino alla selezione finale.
Arcipelaghiéditions de l’Olivier, 286 pagine, 21€, E-Book 14,99€.
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