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Il documentario è in crescita

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È sopravvissuta la mania per i thriller, le commedie romantiche, la fantascienza o i thriller molto cupi? Senza andare così lontano, Gwennaël Bolomey, fondatrice e direttrice di Let’s Doc!, un progetto dell’Associazione Ciné-Doc, constata che il cinema documentario attira sempre più persone: “La creazione è più ricca che mai, ambito da registi appassionati. Organizziamo proiezioni per tutto il mese di novembre in tutta la Svizzera, ovviamente nei cinema e in cineteca».

“Ma anche in luoghi improbabili come una prigione, una piccola biblioteca o un bar”, aggiunge il direttore. In totale, più di 140 sedi ospiteranno più di 300 sessioni. Alcune di queste sale improvvisate difficilmente possono ospitare più di 30 spettatori, il che contribuisce alla convivialità. Il programma è consultabile su www.letsdoc.ch»

Un esempio, “No Other Land”: un film realizzato da un collettivo che riunisce palestinesi e israeliani che hanno seguito per cinque anni la drammatica evoluzione di un villaggio della Cisgiordania. Il film è stato incoronato “miglior documentario” quest’anno alla Berlinale. Si conclude dopo i massacri del 7 ottobre 2023 che hanno dato origine alla guerra che ancora oggi devasta il Medio Oriente. Dimostra anche l’esistenza di ponti tra i due popoli, un messaggio di speranza.

Dal canto suo, “Vietato ai cani e agli italiani” ripercorre la saga dei migranti dallo stivale degli anni Sessanta e dimostra che da un documentario si può anche fare un film d’animazione. Il sogno de “La Merica” e dei suoi alberi su cui crescono dollari si trasforma spesso in un incubo per questa famiglia piemontese, vicina al regista Alain Ughetto. Il loro viaggio, come quello di centinaia di migliaia di italiani, passerà infine attraverso la Provenza, il Belgio o la Svizzera in un periodo in cui la xenofobia è in pieno svolgimento.

Quanto al film “A Story of Your Own” di Amandine Gay, ripercorre il destino dei bambini adottati, che oggi hanno tra i 25 e i 52 anni. Le loro storie di vita, presentate solo attraverso voci fuori campo e album di famiglia, parlano dell’identità comune condivisa dai protagonisti provenienti da Brasile, Sri Lanka, Ruanda, Corea del Sud e Australia.

“Let’s Doc!”, afferma Gwennaël Bolomey, “permette anche l’incontro tra i cineasti e il loro pubblico. Ma è ovvio che il nostro ambizioso progetto non avrebbe visto la luce senza i nostri partner. In questo contesto, l’aiuto della Loterie Romande, che ci ha sostenuto fin dall’inizio, è preziosissimo. Direi addirittura che senza LoRo non avremmo potuto esistere e lo ringraziamo.

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