Il caso del 1973 fu “risolto durante l’estate dopo la reciproca soddisfazione delle parti” e il processo fu “formalmente annullato”, scrisse Me Alexander Rufus-Isaacs.
Secondo la denuncia depositata l’anno scorso, Roman Polanski avrebbe portato l’adolescente – anonima nel documento – in un ristorante di Los Angeles nel 1973. Le avrebbe fatto bere tequila e poi l’avrebbe riportata a casa sua prima di aggredirla.
“Gli ha detto ‘per favore, non farlo'”, ha detto alla stampa a marzo il suo avvocato Gloria Allred, una figura del movimento #MeToo e rappresentante delle vittime del produttore caduto Harvey Weinstein.
“Lei sostiene che lui ha rifiutato le sue richieste. Sostiene anche che l’imputato Polanski ha tolto i vestiti alla querelante e poi l’ha aggredita sessualmente, causandole immense sofferenze fisiche ed emotive”, ha aggiunto.
Interrogato dall’AFP, l’avvocato non ha risposto immediatamente.
Questa donna, di cui non si conosce l’età, ha reso pubbliche queste accuse nel 2017. La difesa del direttore aveva già allora affermato che il suo cliente “contestava fermamente ogni accusa di stupro”.
L’attore ha chiesto il risarcimento dei danni, senza importo specifico.
La sua denuncia è stata presentata nel giugno 2023, poco prima della chiusura di un periodo di tempo durante il quale, secondo la legislazione californiana, le parti in causa potevano presentare denunce per stupro o violenza sessuale risalenti ad anni prima.
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