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Quattro famosi musei francesi hanno fatto causa per lavoro mascherato

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Le più prestigiose istituzioni culturali francesi impiegano manodopera illegale? Mercoledì 16 ottobre sono state presentate tre denunce in tal senso davanti alla Procura di Parigi ed una quarta davanti alla Procura di Marsiglia per “prestito illecito di lavoro” e “contrattazione”.

Sud-Culture accusa il Museo del Louvre, il Palais de la Porte Dorée, la Borsa della Collezione Parise-Pinault e il Mucem di Marsiglia di ricorrere sempre più spesso al subappalto. Allo stesso tempo, gli avvocati hanno indicato di aver contattato anche l’Ispettorato del lavoro.

Da diversi mesi i dipendenti del settore culturale si mobilitano di fronte alla precarietà del loro status e al deterioramento delle condizioni di lavoro. Il sindacato Sud-Culture ha quindi condotto un sondaggio tra i dipendenti delle grandi istituzioni francesi. Nel corso dei mesi, “è emerso un filo conduttore: quello di un sistema che si è sviluppato in un buon numero di istituzioni culturali della deviazione dal principio di subappalto”, spiega in un comunicato stampa.

Esternalizzazione eccessiva

L’organizzazione denuncia il fatto che l’outsourcing si è esteso a quasi tutte le missioni caratteristiche di un’istituzione culturale. “Inizialmente limitato ai servizi di sicurezza, manutenzione e pulizia, ora vengono subappaltati biglietteria, guardaroba, accoglienza visitatori, mediazione culturale, visite guidate e laboratori didattici” Punto sud.

Per quest’ultimo, “l’obiettivo dichiarato” è liberare i musei “vincoli nella gestione delle attività logistiche” e di “compensare con i tetti occupazionali fissati dai testi di bilancio e dal Ministero della Cultura. (…) Questi dipendenti sono messi in competizione, in situazioni di precarietà e di deterioramento delle loro condizioni di lavoro che devono cessare” denuncia il sindacato.

Il Louvre, il museo più visitato al mondo, ha indicato di sì “nessuna informazione” riguardo a tale reclamo, e “non commentare mai” una possibile indagine in corso. La Bourse de Commerce – Pinault e il Palais de la Porte Dorée non hanno risposto alle richieste dell’AFP. Per quanto riguarda il Mucem, l’establishment marsigliese ritiene che un servizio appaltato nel quadro degli appalti pubblici permetta di “assicurarsi che il personale del prestatore di servizi non sia subordinato al personale del Mucem” e che le questioni relative alle risorse umane “vengono trattati direttamente dal fornitore del servizio”, «senza intervento» del museo.

Per gli avvocati dei ricorrenti, Me Thibault Laforcade, Juliette Bourgeois e Lucie Marius, “L’avvio di queste azioni legali mira a garantire che la giustizia finalmente si occupi di questa illegale elusione dei testi e dei massimali occupazionali da parte dei musei e dei loro co-appaltatori”. Sud-Culture ritiene che questa “esternalizzazione sia una pratica che colpisce massicciamente da diversi anni le istituzioni culturali: il Centre Pompidou-Metz (2010), il Louvre-Lens
(2012), il Palais de Tokyo (2012), il MuCEM (2013), la Fondazione Louis Vuitton (2014)…”

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