Pubblicato il 14 ottobre 2024 alle 19:30 / Modificato il 14 ottobre 2024 alle 21:14
Al limite di tutto, cioè di se stessi. Come sarebbe altrimenti con Alain Françon e i suoi magistrali attori al Théâtre de Carouge, prima dell’Equilibre di Friburgo? Come non turbarsi per queste cose False confidenze, questa commedia che Marivaux scrisse nel 1736 e poi, a 48 anni, una scienza delle variazioni del cuore pari solo al suo piacere nell’ideare intrighi che lo mettevano alla prova? Questo spettacolo è immerso nel chiaroscuro dei nostri desideri, dove divagare è una manna dal cielo, è la sua bellezza.
Il corso di Alain Françon, questo prezioso lettore che da decenni soppesa ogni risposta affinché possa essere presa senza paraocchi? È tutto in questa confessione: “Non so più dove sono”, sbotta, alla fine della commedia, l’eroina Araminte, questa giovane vedova che sua madre, la canaglia Madame Argante, vorrebbe vedere sposata con il il ricco conte Dorimont.
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