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Amélie Nothomb e Laureline Amanieux, “Il Giappone eterno. Viaggio sotto i fiori di un mondo fluttuante” (Albin Michel)

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Ballando i giapponesi. Amélie Nothomb ha un rapporto molto stretto con il Giappone. È nata nel 1967 quando suo padre era console belga a Kobe. Tornò più tardi, come ambasciatore del suo paese a Tokyo, dove rimase per otto anni. Una longevità eccezionale per un diplomatico che si innamorò del Giappone, di cui parlava la lingua e cantava il Noh. La piccola Amélie ha trascorso i suoi primi cinque anni nel Kansai. Felicità assoluta. Vive in stile giapponese, parla la lingua.

Ma, nel 1972, ci fu uno sconvolgimento, il primo di una lunga serie: suo padre fu trasferito. Il bambino cambia paese, cultura, abbandona la sua preziosa tata. Non si riprese mai veramente, dedicando diversi romanzi alle sue avventure giapponesi, incluso Stupore e tremoripubblicato nel 1999, sul suo tentativo di tornare a vivere a Tokyo, nel 1988-1990, e rifarsi una vita in Giappone. Si era innamorata di un giapponese e lavorava in una grande azienda giapponese. Anche lì tutto crollò e fu l’ingresso nella letteratura che, dice, la salvò. Ma conserverà il tratto più profondo del suo carattere, che può sconfinare nella depressione: la nostalgia.

Non è tornata nel paese del suo cuore fino al 2012, quando ha accettato di partire con la sua amica Laureline Amanieux, autrice e regista, per realizzare un documentario, Amélie Nothomb, una vita tra due acquesul suo rapporto con la cultura tradizionale giapponese, i luoghi emblematici, le religioni, l’arte di vivere. Da questa esperienza è nato un podcast, che oggi prende la forma di un libro splendidamente illustrato, Giappone eterno. Amélie passa in rassegna un certo numero di fondamentali, come le religioni: lo shintoismo, un animismo, con i suoi kami, i suoi spiriti divini che sono ovunque, soprattutto nella natura, stabilito come religione di stato alla fine del XIX secolo.e secolo ; Buddismo, proveniente dalla Cina e dalla Corea nel VIe secolo, e i suoi sincretismi con lo Shintoismo e perfino con il Cristianesimo; Lo Zen, con la sua semplicità, che pratica assiduamente. Amélie Nothomb parla anche di haiku, di gastronomia, di arte dei giardini, di arti marziali, del mondo dei guerrieri e del loro cammino d’onore (bushido) ecc. Come la chiama lei “viaggio personale attraverso alcuni aspetti della cultura giapponese” è vasta, erudita, accompagnata dai migliori specialisti con cui ha discusso: un prete a Tokyo, sulla grande purificazione, Sophie Makariou, ex presidente del museo Guimet, sul Buddismo, o ancora l’autrice e traduttrice Corinne Atlan, sul haiku.

Successivamente, Amélie Nothomb è tornata di nuovo in Giappone, quasi suo malgrado, nel maggio 2023, con il suo amico fotografo Pep Beni, asmatico e imprevedibile. Le loro avventure, tutti i ricordi che le ritornano, questa nostalgia permanente, costituiscono l’argomento del suo ultimo romanzo, Il ritorno impossibilepubblicato lo scorso agosto. Durante tutta l’avventura, rilegge Conto alla rovescia di Huysmans. Non c’è alcuna coincidenza.

Amélie Nothomb e Laureline Amanieux
Giappone eterno. Viaggio sotto i fiori di un mondo fluttuante
Albin Michel
Tiratura: 40.000 copie.
Prezzo: € 24,90; 352 pagg.
ISBN: 9782226496607

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