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A 96 anni, Denis Brihat, pioniere della fotografia su pellicola, espone alla Galerie Ombres Blanches di Tolosa

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l’essenziale
Denis Brihat, pioniere della fotografia cinematografica, presenta le sue opere alla Galerie Ombres Blanches. La mostra rivela le sue composizioni naturali in bianco e nero, fino al 23 ottobre.

Sono le opere di un fotografo 96enne che possono essere ammirate fino al 23 ottobre alla Galerie Ombres Blanches, rue Mirepoix a Tolosa. Denis Brihat non è ovviamente sconosciuto nel mondo fotografico di Tolosa. Amico di Jean Dieuzaide, che espone allo Château d’Eau nel 1980, inizia la sua carriera a Parigi, per poi ritirarsi, come un eremita, dal 1958, sulle alture di Bonnieux nel Luberon. Adottando un ascetismo totale senza altro accesso all’acqua se non quello del pozzo, ha aderito alla quintessenza della fotografia, del cinema, il più delle volte in bianco e nero e spesso girato con la macchina fotografica, esplorando incessantemente la natura in tutte le sue sfaccettature.

Rosa canina, rami di ciliegio in autunno o piccolo caprifoglio sono ad esempio i titoli che ha dato alle sue opere ma non mancano anche coppe da tartufo o cipolle germogliate, grandi composizioni spesso su fondo bianco. L’artista riassume lo spirito della sua opera con una frase di William Blake (1757-1827): “Vedi il mondo in un granello di sabbia e il paradiso in un fiore selvatico, tieni l’infinito nel palmo della mano e l’eternità in un’ora. ” Contemporaneamente organizza corsi di fotografia e cicli di conferenze e didattiche portando con sé i suoi rinomati amici fotografi. Jean Dieuzaide, che lo incontrò per la prima volta nel 1958, già installato nel suo covo, lo descrisse così: “Il nostro uomo, a torso nudo o con la pipa in bocca, costruiva anche lui, cazzuola in mano, il suo futuro laboratorio in mezzo agli ulivi e ai lecci, in uno spazio piccolo come un fazzoletto, ma immenso in libertà c’era un pozzo per lavare le foto e preparare i pastis degli amici.

Completa l’esposizione, nello spazio d’incontro della libreria, in rue Mirepoix, un’altra opera del fotografo sull’India dove trascorse un anno intero nel 1955. Queste fotografie gli valsero poi, all’allora giovane fotografo, il premio Niepce era stato assegnato a Robert Doisneau e Jean Dieuzaide.

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