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“Saturday Night”: l’inizio e la quasi fine di SNL

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Dopo quasi 50 anni di esistenza, lo spettacolo satirico Sabato sera in diretta senza presentazioni. È il tipo di istituzione che quasi tutti conoscono, anche solo per nome. Potremmo averlo dimenticato, o potremmo essere troppo giovani per saperlo, ma SNL ha rivoluzionato l’umorismo in televisione. L’11 ottobre 1975, la storica prima provocò un’onda d’urto socioculturale di una grandezza che solo una persona aveva previsto, o finalmente sperato: Lorne Michaels, creatore e produttore di SNL. In Sabato sera (Sabato sera), Jason Reitman ricrea l’incredibile serata che ha preceduto questa nascita.

Incredibile, perché non sospettiamo la quantità di insidie ​​che Lorne Michaels (il formidabile Gabriel LaBelle, la rivelazione del I Fabelman/I Fabelman) ha dovuto superare quella sera. Ad un certo punto, John Belushi, che non aveva ancora firmato il contratto ed era completamente fatto di coca, scomparve, per fare solo un esempio. Certo, la trama comprime certi eventi a fini drammatici, ma lo scenario è iperdocumentato, come confermato in un’intervista a Dovere Jason Reitman, che firma il suo miglior film dopo la commedia nera Giovane adulto (Giovane adulto).

In sostanza, e possiamo vedere Lorne Michaels spiegarlo ai dirigenti della rete NBC, SNL doveva essere il primo spettacolo rivolto alle generazioni più giovani cresciute con la televisione, e fino ad allora ignorato dalle emittenti. SNL svilupperebbe il suo approccio umoristico innovativo attorno a un sistema unico di riferimenti comuni.

È anche con la prospettiva di Michaels che Reitman è ancorato. Seguiamo il giovane e determinato produttore nei labirinti della televisione, mentre si moltiplicano le crisi dell’ultimo minuto.

Sequenze strabilianti

A questo proposito, tra tutti gli ostacoli che Michaels ha dovuto affrontare, il più importante è venuto… dal suo datore di lavoro, la rete NBC, che aveva comunque dato il via libera all’inesperto produttore. In effetti, si è avvicinato al SNL, questa futura ammiraglia che ha lanciato le carriere di innumerevoli star della commedia, da Eddie Murphy a Tina Fey, passando per Andy Kaufman, Chevy Chase, Gilda Radner e Kristen Wiig, viene messa da parte all’ultimo secondo.

Nel film, questa minaccia aleggia sopra l’ondata di preoccupazioni che consumano Michaels. Il risultato è una tensione costante, che Reitman traduce in un movimento frenetico, ma all’interno di un flusso quasi ininterrotto. Come ?

Aiutato da una telecamera montata su a carrello modificato, azionabile a distanza e quindi capace di ruotare e girare in tutte le direzioni senza doversi preoccupare che un cameraman sia nell’inquadratura, il regista ha progettato una serie di sequenze di sequenze strabilianti. Mai poser, la tecnica è pienamente giustificata dall’approccio narrativo preferito. In questo non solo seguiamo Michaels nei suoi viaggi, ma siamo quasi nella sua testa: scopriamo persone, situazioni ed eventi imprevisti insieme a lui.

Di tanto in tanto, i tagli improvvisi rallentano lo slancio, manifestazioni visive di un caos che è costantemente in agguato, molto vicino, fuori campo…

Un ambiente, una società

Affascinante, anche se Lorne Michaels è innegabilmente il protagonista, il film mantiene un lato corale, tutti i personaggi secondari (conosciuti e non) riescono ad imporsi nelle rispettive sottotrame. Qui sentiamo l’influenza di Nashvilleun capolavoro di Robert Altman (pubblicato nel 1975), che dipinge anch’esso un quadro iperpreciso dell’ambiente utilizzando una miriade di piccoli tocchi disparati.

E dentro Sabato sera come in Nashville ancora una volta, un’industria che si sta trasformando – la commedia in TV, la musica country – rivela per estensione una società in cambiamento. Su questo piano, il film di Reitman mostra con eloquenza e con umorismo carnivoro, come la vecchia guardia abbia cercato di sbarrare la strada a una successione iconoclasta.

Bisogna vedere uno dei pezzi grossi della NBC (Willem Dafoe, con soave machiavellismo) annunciare nel modo più serio a Lorne Michaels che il piano del management è sempre stato quello di vedere SNL fallire e che il pubblico preferirà di gran lunga una ripresa del Spettacolo di staseracon Johnny Carson. Chissà come sarebbe oggi l’industria della commedia in Nord America se uno scenario del genere si fosse avverato.

Coinvolgente, accattivante, fieramente divertente e irriverente (più degli episodi più recenti di SNL, paradossalmente), Sabato sera gode di prestazioni costantemente favolose. Il film ha l’effetto di una visita guidata del velocità. Considerati gli eccessi di certi personaggi, e soprattutto la frenesia ambientale, non potrebbe essere più appropriato.

Sabato sera

★★★★

Commedia drammatica di Jason Reitman. Sceneggiatura di Jason Reitman e Gil Kenan. Con Gabriel LaBelle, Rachel Sennott, Cory Michael Smith, Ella Hunt, Dylan O’Brien, Emily Fairn, Willem Dafoe, Matt Wood, JK Simmons. Stati Uniti, 2024, 109 minuti. Nella stanza.

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