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L’Assemblea rilancia le sue commissioni d’inchiesta sulla violenza nel cinema e sulla tutela dell’infanzia

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La ripresa dei lavori, messa in atto dopo le accuse dell’attrice Judith Godrèche contro i cineasti Benoît Jacquot e Jacques Doillon, è stata votata mercoledì all’unanimità.

L’Assemblea nazionale ha deciso mercoledì di rilanciare due commissioni d’inchiesta i cui lavori erano stati interrotti all’inizio di giugno a causa dello scioglimento: una sulla violenza sessuale nel settore cinematografico e audiovisivo, l’altra sulla “mancanze” della tutela dell’infanzia. Le due proposte di risoluzione volte a ricreare queste commissioni d’inchiesta sono state adottate all’unanimità “Spero che questo sia di buon auspicio per l’inizio di questo mandato”ha commentato la presidente dell’Assemblea, Yaël Braun-Pivet, dopo la prima votazione.

Per quanto riguarda la violenza sessuale nel cinema, negli audiovisivi, nelle arti dello spettacolo, nella moda e nella pubblicità, “È imperativo continuare” i lavori sono iniziati a maggio, ha sottolineato il deputato del MoDem Erwan Balanant, che presiedeva la commissione d’inchiesta prima dello scioglimento. Così ricreato, mirerà “emettere raccomandazioni e proposte per sviluppi legislativi”ha continuato.

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Questo organismo è stato creato all’inizio di maggio, in seguito alle accuse rivolte dall’attrice Judith Godrèche ai cineasti Benoît Jacquot e Jacques Doillon. L’attrice, diventata la punta di diamante del movimento #MeToo in Francia, ha partecipato al voto mercoledì, sugli spalti dell’emiciclo. Durante i suoi primi lavori in primavera, la commissione, ad esempio, ha ascoltato i direttori del casting che erano venuti a chiedere che la legge vietasse ogni nudità durante i test per reclutare attori cinematografici, al fine di prevenire la violenza sessuale.

L’altra commissione rilanciata mercoledì è quella sull’On “fallimenti delle politiche pubbliche di protezione dell’infanzia”creato sempre a maggio, su richiesta del gruppo socialista, e la cui chiusura il mese successivo ha lasciato l’amaro in bocca ad associazioni e professionisti del settore. “Abbiamo ora sei mesi per produrre una scossa elettrica e mettere lo Stato e le comunità di fronte alle proprie responsabilità”ha commentato dopo il voto la socialista Isabelle Santiago, relatrice della precedente commissione.

Di fronte ad a “un sistema che sta perdendo slancio, caratterizzato da carenza di personale, controlli insufficienti e finanziamenti che non raggiungono i suoi obiettivi”, “L’esecutivo dovrà darci risposte in tempi brevi”ha supplicato in un comunicato stampa.

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