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Adèle Exarchopoulos e François Civil: “’L’Amour Ouf’ risuona con le scelte che facciamo nella vita”

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“Questo scenario mi ha semplicemente sopraffatto”dice François Civil, che afferma di aver pianto su un treno mentre lo leggeva. “Dall’inizio alla fine, sono stato trasportato dai suoi personaggi. Ha risuonato in me le scelte che facciamo nella vita, quando ci sentiamo sull’orlo del nostro destino e quando sentiamo che può andare in una direzione o nell’altra. E come l’amore ci eleva, come agli occhi degli altri possiamo sentirci più belli, più forti.”

Gilles Lellouche ha scelto i suoi due ruoli principali girando con loro in “Bac Nord”. “Ci ha raccontato di questo film che aveva nel cuore da 17 anni”ricorda Adèle Exarchopoulos. “Ci siamo guardati un po’ speranzosi, e allo stesso tempo chiedendoci se non fosse una promessa fatta all’alba, non sapevamo se si sarebbe avverata… E poi, ci ha riuniti un tavolo. C’erano anche Jean-Pascal Zaddy, Vincent Lacoste… Ci ha dato la sceneggiatura ed è così che è iniziata davvero l’avventura.

“La mia prima natura sarà improvvisare”

“C’è ancora uno sfondo sociale nel film, emergono sempre più sollevazioni sociali”assicura François Civil. “Il mio personaggio è figlio di un operaio, viene da un ambiente sociale disagiato e in questa condizione si sente limitato. Suo padre, molto presto, gli dice frasi del tipo ‘non bisogna affezionarsi alle cose belle, perché così altrimenti rimarrai deluso dalla vita”. Ha molta poesia in lui e molta stravaganza che non riesce a esprimere troppo e questa violenza silenziosa che ha in lui è uno stile di vita che ho fatto con Gilles , che mi ha accompagnato durante tutto il film Perché per me, la mia prima natura sarà improvvisare con Raphaël Quenard, Jean-Pascal Zaddy che sono facili da parlare, tra una ripresa e l’altra, ascoltando Gilles che è venuto a dirmi: ‘no, no , mantieni la rotta’ penso che sia servito al personaggio.”

I due attori hanno in comune il fatto di aver iniziato giovanissimi la loro professione. Cosa si aspettano oggi? “Per me è più la meraviglia, il riconoscimento di fare un lavoro che ami, di alzarti la mattina, di interpretare ogni ruolo come se fosse l’ultimo, come se dopo non avessi un progetto, cosa che io provare a ritrovarlo ogni volta”spiega Adèle Exarchopoulos. “E soprattutto il puro piacere del gioco senza calcoli sui risultati, sulle cifre, su tutti i calcoli che stanno dietro al settore, il puro piacere del gioco come quando eri bambino. Questo è quello che cerco io pensare. “

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