Ricette, ritratti ma soprattutto il racconto di un tour culinario della Francia. Per due anni, la produttrice, regista e autrice francese Vérane Frédiani è andata a incontrare chef africani o di origine africana che oltrepassano i confini della creatività per esaltare le loro diverse influenze culinarie, a Marsiglia, Strasburgo, Rouen, Parigi…
Qual era la tua ambizione con “L’Africa cucina in Francia”?
Dopo il successo di Marsiglia cucina il mondoVolevo portare avanti l’idea che la cucina può unire tutti in modo positivo. Da qui la voglia di fare un giro in Francia attraverso le cucine degli chef, la maggior parte dei quali nati in Africa, che oggi cucinano in Francia. L’idea è quella di incoraggiare tutti a fare lo stesso, a incontrare tutti questi chef e la loro ispirazione. Ma anche per far luce sul fatto che la gastronomia francese si è sempre nutrita di influenze esterne. Oggi abbiamo bisogno di questi nuovi chef, con le loro nuove idee, che mescolano ingredienti e tecniche provenienti da diversi paesi africani ed europei. Crea qualcosa di estremamente interessante, come sono la popolazione e la Francia oggi.
Con questo libro ti stai battendo per far riconoscere la creatività degli chef che hai incontrato.
Penso che dovremmo parlare di questa gerarchia in gastronomia che mi dà fastidio. Una cena gourmet di una cucina non francese non deve essere per forza “economica”. Gli ingredienti costano uguali per tutti e la conoscenza di tutti ha lo stesso valore. Mi dà fastidio quando la gente mi dice che un ristorante cinese, tailandese o africano è troppo caro, quando non abbiamo problemi a spendere 400 euro per un menu franco-francese.
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