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Video. Abbiamo visto Alain Chamfort in un concerto-conversazione a Captieux

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La sala è gremita: 350 persone per festeggiare il 10° anniversario della stagione culturale e un bel headliner per la cittadina di 1.300 abitanti. Il sindaco Christine Luquedey è alla biglietteria, il consigliere comunale Pascal Calderon strappa i biglietti, il primo deputato (e presidente del Consiglio dipartimentale) Jean-Luc Gleyze serve il caffè. “Alain Chamfort a Captieux, non potevo perderlo”, sorride Micheline che porta il suo bastone e i suoi 82 anni in prima fila. Sébastien e Nicolas, tecnici del suono e delle luci dell’artista, non possono crederci: “L’accoglienza è incredibile. »

21:08 Giacca sobriamente rivestita di paillettes e occhiali affumicati, Alain Chamfort si siede alla tastiera, l’impeccabile Christophe Cravero al pianoforte a coda. “Esistere come abbiamo potuto / Poi partire come siamo venuti / Come un granello di una notte d’autunno”, intona l’artista prima di proseguire con “Manureva”, una hit tra le sue hit. Amica da 40 anni (era “Iced Secrets”), la cantante Valli arriva per chiacchierare con Chamfort che in 60 anni di carriera ha firmato autografi a giovani ragazze, madri e nonne.


Chamfort e Valli discutono sul palco dei 60 anni di carriera del cantante.

Modestia e rigore

La bionda frizzante non ha perso nulla della sua sfacciataggine e del suo accento americano. Due ore di conversazione, dagli esordi del musicista-performer a 15 anni nei Mods poi dietro Dutronc fino alla simbiosi su tre ultimi dischi con l’autore Pierre-Dominique Burgaud (royal “Impermanence” uscito a marzo). Modestia e rigore nel corso di sessant’anni: uscita dalla scuderia di Claude François per trovare la propria identità, 25 anni di scrittura con Jacques Duvall (“Il nemico nel ghiaccio”, “La febbre nel sangue”, “Sinatra”… ) attraverso il due album con Gainsbourg che diventa Gainsbarre (“Bambou”, “Chasseur d’ivoire” e ovviamente “Manureva”).


Alain Chamfort e Christophe Cravero.

Sobrio e di classe è anche lo Chamfort di Captieux. La conversazione a volte non ha la stessa fluidità ma non importa. Dopo “SourisSince it’s Serious” e la divina “Grace” dell’ultimo album, l’artista arriva a firmare al bordo del palco. Surreale e naturale allo stesso tempo. “350 persone: abbiamo fatto meglio che ieri ad Agen”, ride un eletto che mette via le sedie. L’assistente culturale Jackie Vanbrabant e suo marito riporteranno Chamfort e Valli alla stazione di Langon questa domenica a mezzogiorno.


Alain Chamfort al momento della firma dopo il concerto.

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