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Tra turismo di massa e cultura della violenza, Jérôme Ferrari indaga la Corsica nel suo ultimo romanzo

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Pubblicato il 5 ottobre 2024 alle 16:56 / Modificato il 5 ottobre 2024 alle 17:00

Temendo gli stranieri più della peste, i feroci abitanti di North Sentinel, un’isola delle Andamane nell’Oceano Indiano, crivellano di frecce chiunque tenti di approdare sulle sue rive. È dimostrare la saggezza più grande, secondo il narratore del nuovo romanzo di Jérôme Ferrari, North Sentinel: Racconti del nativo e del viaggiatore. In questo breve libro, teso come la corda di un arco, che si preannuncia come il primo volume di una trilogia sull’alterità, il vincitore del Premio Goncourt 2012 (Le Sermone sulla caduta di Roma) propone una riflessione sui due flagelli che martoriano una Corsica tanto odiata quanto amata, la cultura della violenza e il turismo di massa.

Se abbiamo avuto l’ingenuità di lasciare partire vivo il viaggiatore, come fece il sultano di Harar con il capitano Richard Francis Burton (che sarà la figura centrale del secondo volume del trittico), non possiamo che pentircene amaramente. Eppure dovremmo saperlo, denuncia con rabbia il narratore: “Il primo viaggiatore porta sempre con sé innumerevoli calamità”.

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