Jacques Villeret è morto all’età di 53 anni, il 25 gennaio 2005, appena venti anni fa. Nel suo documentario, che ha scritto e per il quale legge il commento, Christophe Duchiron rende un vibrante tributo all’attore, il cui pubblico ha amato, dice, “Il suo umorismo, il suo viso rotondo e i suoi grandi occhi infantili”.
Racconta la storia di un bambino felice e senza incidenti, a cui piace provocare le risate tra i suoi piccoli amici sulle panchine della scuola, confidano sua sorella Ghislaine, se fosse molto impegnativo quando si trattava di scuola e non poteva sopportarsi Vedi le sue medie calare. A 15 anni, probabilmente senza volerlo, sua madre lo ha rotto rivelando che non era il figlio di colui che lo ha cresciuto, ma di uno sconosciuto, Ahmed Boufoura, che ha abbandonato la sua giovane madre. 17 anni e il bambino di 9 mesi.
Mentre riceve la speranza del miglior attore per la cena dei contro, affonda
L’Apocalisse lo frantuma. Ma continua, brillantemente, a seguire il percorso che ha rintracciato per se stesso: va a Parigi, entra nel Conservatorio Nazionale, incontra Nathalie Baye, Jacques Weber, Francis Huster, e abbaglia i suoi piccoli compagni con il suo innato senso di commedia. Un senso che abbia lavorato, molto, su progetti, nel teatro poi al cinema con Patrice Leconte, Claude Lelouch e tanti altri, per quasi trent’anni.
Il Conservatorio è anche il periodo in cui inizia a bere, male e troppo. Nel corso degli anni, e soprattutto dopo il divorzio nel 1999, quando ha ricevuto il miglior attore speranza La cena degli idiotiAffonda, moralmente, economicamente, con troppo consumo di alcol.
Nel documentario straordinariamente scritto, Christophe Duchiron ha testimoniato i suoi amici, da Jean-Michel Ribes a Nathalie Baye, da Daniel Russo a Jacques Weber, tra cui il suo regista teatrale preferito, Philippe Ferran, Patrice Leconte e Claude Lelouch. Un film molto bello sulla fragilità degli attori.
Jacques Villeret, comicamente tragicoFrancia 3, 22:45, martedì 28 gennaio 2025.
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