Bertrand Blier ci ha lasciato all’età di 85 anni.
E questo, pochi giorni dopo, uno dei suoi mentori – anche se la sua carriera fu successiva – ovvero l’americano David Lynch. Autore di commedie assurde, volentieri familiari al tragicomico, di opere surrealiste usate come inni agli attori (vi è apparso l’intero cast francese degli anni ’70/’80, un Film dopo l’altro), il figlio di Bernard Blier lascia dietro di sé anche un immaginazione venata di scandali, polemiche, polemiche ostinate.
E il più grande è quello che non ha mai smesso di coprire il suo film più noto, ma soprattutto il più divisivo: Les valseuses, peregrinazioni nella Francia degli anni Settanta di due pazzi ossessionati sessualmente. Film di cui oggi viene ripescata una sequenza più precisa.
E shock. Forse più di ieri…
Una sequenza traumatica che glorifica la violenza sessuale? Questa scena di Les Valseuses che scandalizza
In questa scena di Les Valseuses i due protagonisti, ovvero i personaggi di Gérard Depardieu e Patrick Dewaere, si spogliano e toccano il petto di un passeggero del treno, interpretato da Brigitte Fossey. Petto scoperto, toccato, con le mani, ma non solo. Il passeggero è in uno stato di stupore.
L’anno scorso su questo palco si era già espressa una delle voci più importanti: la stessa Brigitte Fossey! L’attrice di La boum, ormai 77enne, ha poi denunciato una sequenza di molestie sessuali, se non di violenza sessuale. Mentre lo sguardo che il cineasta gli rivolge sembra voler esprimere una forma di desiderio.
Brigitte Fossey testimonia: “Non voglio vederlo, non è la mia età. Non riesco a vederlo perché è un attacco. Quando una ragazza è turbata è vulnerabile, non può combattere. Oltretutto non avrebbe senso litigare perché ci sono due persone molto forti che possono picchiarlo e fare quello che vogliono.“.
Ed è su un altro palco oggi che le voci si scaldano.
Sul set di BFM TV, la presidente dell’associazione e movimento femminista #MeTooMedia, che mira a denunciare la violenza sessuale nei media, si è indignata, poco dopo la morte annunciata di Bertrand Blier: “Mi sono sempre rifiutato di vedere questo film proprio a causa del ruolo dato alle donne in questo film. Gli stupri e le aggressioni sessuali a Les valseuses sono completamente minimizzati“.
“Questo è un film che legittima la cultura dello stupro!“
L’attivista femminista si dice anche turbata dal successo del film, divenuto cult. L’espressione femminista “cultura dello stupro”, di origine accademica e attivista, designa l’eufemizzazione della violenza sessuale nella nostra società e il modo in cui la cultura popolare contribuisce a negarne la natura o a banalizzarla.
Un film sovversivo, questo è certo, un film disgustoso per alcuni, e una sequenza del treno che già all’epoca era ampiamente scioccante, di cui anche Brigitte Fossey disse questo: “È una scena sui guai, e non conosco una sola ragazza che non sia stata turbata ad un certo punto dal gesto inappropriato di un uomo più anziano.“.
Ma Les Valseuses attribuisce davvero ai suoi due protagonisti un’aura di eroi, che ne legittimerebbe le azioni? Non è il contrario? E non denuncia proprio ciò che cerca di mettere nelle immagini, immagini volutamente disturbanti? Dovremmo davvero vedere un’ode in questo ritratto di due uomini macho e antipatici?
Murielle Joudet, critica cinematografica, lo suggerisce su France Culture, mettendo in discussione il discorso di Bertrand Blier: “Ciò che lo rende un grande film è che ci sono sempre due cose contemporaneamente. È misogino e femminista, violento e tenero… La forza del film è iniziare una scena con un tono e terminarla con un altro.“.