L’organizzatore, sotto il fuoco di pesanti accuse, contesta “attacchi infondati”

L’organizzatore, sotto il fuoco di pesanti accuse, contesta “attacchi infondati”
L’organizzatore, sotto il fuoco di pesanti accuse, contesta “attacchi infondati”
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Quasi ogni anno, lo svolgimento del Festival Internazionale del Comics di Angoulême (FIBD) è accompagnato da una controversia: l’affare Vivès nel 2023, il rapporto piccante della Camera dei conti regionale nel 2022, la fionda degli autori nel 2021 o la minaccia di boicottaggio degli editori nel 2016.

Quest’anno la pavimentazione nello stagno è lanciata da “Humanity Magazine”. Giovedì – una settimana per il giorno prima del 52e Edition-, la rivista d’opinione ha pubblicato 6 pagine con il titolo “Big Sous e Mail-Being: Angoulême, un festival in piena deriva”. Il dossier, presentato come una “indagine di diversi mesi”, mette in luce la “svolta commerciale” e la “gestione tossica” dell’organizzatore privato dell’evento, la società 9e Art+ e il suo delegato generale Franck Bondoux.

L’organizzatore contesta

Le testimonianze raccolte sono tutte anonime. Il più edificante è quello di un’ex dipendente, licenziata dopo aver denunciato uno stupro di cui sarebbe stata vittima una notte durante l’edizione 2024. Precisiamo che la Procura di Angoulême, intervistata da “Sud Ouest”, precisa di non essere accertata di tali fatti “in questa fase, controlli effettuati sulla base di elementi molto frammentati”.

Le altre storie riportate da “Humanity Magazine” condividono “sofferenze sul lavoro” in un clima di “crisi perpetua”. Si parla anche di valzer dei direttori artistici e di “necessità di redditività immediata”. Il quotidiano si interroga anche sulla recente partnership avviata con la catena di fast food Quick, simbolo degli “orientamenti mercantili”.

Franck Bondoux respinge queste accuse. Incalzato, fa riferimento alla lettura di un comunicato stampa diffuso venerdì pomeriggio. Estratti: “Non intendiamo lasciare che la nostra manifestazione venga destabilizzata da attacchi così infondati. […] Le partnership lo consentono […] diversificare le fonti di finanziamento in un contesto in cui i fondi pubblici non possono più essere richiamati. Critici […] Non mettiamo in discussione l’investimento dei nostri team e la qualità del nostro festival che rimane un evento di dimensione globale. »»

La polemica cade gravemente

L’organizzatore della FIBD si dice inoltre di confutare “con la massima fermezza” le accuse mosse da uno dei suoi “ex collaboratori” e si dice “determinato a fornire tutte le testimonianze che dimostrino che in nessun momento l’organizzazione della società non ha venuto meno ai suoi obblighi”.

Alla fine del comunicato stampa, 9e Art+ auspica un’edizione 2025 “in tutta serenità, al servizio della cultura”. Resta il fatto che la polemica precipita malamente, a pochi mesi dall’esame del rinnovo dell’accordo che gli affida la gestione della Fibd. I funzionari eletti ad Angoulême vorrebbero che fosse denunciato e rinegoziato. Così è stato quasi dieci anni fa, in un contesto teso, sotto l’egida di un mediatore del Ministero della Cultura.

Per il momento, Delphine Groux, presidente dell’associazione fondatrice della FIBD, sostiene Franck Bondoux e il suo team. Non le è piaciuto il “sensazionalismo” del dossier di “Humanity Magazine”.

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