La Fondazione Al Mada in collaborazione con Art First Galerie rivela le principali opere dell’artista Fatna Gbouri (Collezione privata: 1982-1990), presentate per la prima volta al pubblico, dopo essere state esposte nel 2023-2024 al Musée des Confluences – Dar El Bacha Marrakech.
Intitolata “Fatna Gbouri: tra tradizione e modernità” e curata da Selma Naguib, questa mostra offre di vedere tutta la ricchezza del patrimonio marocchino attraverso scene di vita che celebrano l’autentico Marocco e la sua modernità.
Fatna Gbouri è arrivata dalle pianure di Tnine Gharbia, nella regione di Safi, un territorio dove le persone sono più impegnate a mungere le mucche che ad ammirarne lo sguardo malinconico. Ciò significa che le vie dell’arte sono insondabili: lei l’ha afferrata senza preamboli, attraverso una deviazione imprevista.
O ! Ahmed Mjidaoui, anche se poco conosciuto, è un pittore. Il suo capolavoro più compiuto rimane senza dubbio sua madre, Fatna Gbouri, che introdusse alla pittura, quando aveva già sessant’anni. Nel 1982, Fatna Gbouri prende in mano i pennelli per diventare, come Chaïbia Talal, una delle figure femminili pioniere della pittura marocchina.
Lei è, in un certo senso, la realizzazione del desiderio di suo figlio, Ahmed Mjidaoui, che sognava di vederla abbandonare la lana che filava per esprimersi attraverso colori e forme.
L’attuale mostra mette in luce gli anni fondativi, dal 1982 al 1990, periodo durante il quale Fatna Gbouri prese coscienza delle sue capacità e trovò il suo posto in un movimento artistico atipico: quello dell’arte singolare, spesso chiamata post-brut o anche arte di sé -insegnato.
Non potendo vantare alcuna precedente frequentazione delle grandes écoles e per aver sviluppato uno stile fuori dalle convenzioni, venne catalogata sotto l’etichetta accondiscendente di artista “naïf”. Un nome che tende a ridurre il suo lavoro ad una forma di “grado zero” della pittura. O. Tuttavia, i suoi personaggi pittoreschi, ignorati o talvolta disprezzati da alcuni pittori affermati, finirono per sedurre dilettanti illuminati. Oggi i suoi oli su tela stanno raggiungendo nuove vette nel mercato dell’arte e raggiungendo prezzi elevati.
« Il suo stile è spontaneo, vicino all’art brut, e sembra avere la vocazione di condividere la meraviglia di tutti i sensi », sottolinea Olivier Rachet nel testo introduttivo del catalogo di questa mostra.
Fatna Gbouri trascina lo sguardo contemplativo in un universo tradizionale, distaccato dai luoghi, lasciando spazio solo alle scene da lei scelte con cura, in particolare scene rurali di matrimoni, nascite, celebrazioni e molto altro, che ha potuto osservare e vivere nel vostro quotidiano. vita. L’artista ha cura di sorprendere con una scelta di colori eclettici e vivaci senza snaturare la bellezza degli attimi immortalati. Le opere del periodo dal 1982 al 1990 rappresentano allo stesso tempo modernità, tradizione e autenticità.
« I colori cantano sulla tela, e la predilezione per i toni primari posti in zone piane compone una partitura grafica di cui si percepiscono anche gli echi », continua Rachet.
« Il lavoro di Fatna Gbouri, dell’ordine del senza tempo, trascende le generazioni. È un’artista pioniera che ha segnato con successo il suo tempo con la sua intelligenza e il suo spirito autentico e all’avanguardia. », conclude Selma Naguib, curatrice della mostra.