Senza contare i recenti trasferimenti di Seko Fofana e Brice Samba, il Rennes sta pagando un mercato estivo in gran parte fallito nonostante gli 80 milioni di euro investiti e nessun successo tra le reclute, due delle quali sono appena state collocate nel loft.
I tifosi del Rennes di età superiore ai 25 anni non hanno dimenticato l’estate del 2000. Quell’anno, la famiglia Pinault, proprietaria del club per due anni, lasciò il segno investendo decine di milioni di euro nei brasiliani. Severino Lucas, Luis Fabiano o l’argentino Mario Hector Turdo. Investimenti che si sono conclusi con amari fallimenti a livello individuale. Venticinque anni dopo, la situazione è cambiata: il club è cresciuto, si è qualificato per sei anni consecutivi alla Coppa dei Campioni (dal 2018 al 2024) e ha la terza longevità nell’élite (in L1 per 31 anni, dietro al PSG). , 51 e Lione, 36). Ma i tifosi bretoni hanno l’impressione di rituffarsi in un brutto sogno guardando gli ingaggi e i risultati catastrofici della squadra, 14esima in L1 e pietosamente eliminata dalla Coupe de France a Troyes (1-0) , mercoledì.
Massara «è consapevole della sua partecipazione ad alcune decisioni che non sono state delle più felici dallo scorso giugno», dice Pouille
Di fronte all’enorme ondata di partenze della scorsa estate (16, a fronte di 135 milioni di euro incassati), il club bretone ha investito massicciamente in numeri (11 acquisti) e in risarcimenti (80 milioni di euro). Sei mesi dopo, la stragrande maggioranza non è riuscita a convincere o semplicemente a trovare un posto nella squadra. Jordan James, evitato da Julien Stéphan, ha mostrato una rara (e timida) soddisfazione da quando Jorge Sampaoli ha riposto in lui la sua fiducia. Per il resto Albert Gronbaek, nonostante qualche guizzo, si è tuffato e oggi si ritrova nel loft al fianco di un’altra recluta, Glen Kamara.
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I difensori Mikayil Faye, Leo Ostigard o Hans Hateboer francamente non hanno aiutato a consolidare una difesa già in difficoltà la scorsa stagione, mentre gli attaccanti Carlos Gomez (spesso lanciato a fine partita da Sampaoli), Jota o Henrik Meister (già in prestito al Pisa) sono enigmi. Se ogni finestra di mercato ha i suoi errori di casting, quella dello Stade Rennais sembra, per il momento, un fiasco totale. E indirizza inevitabilmente l’attenzione verso un uomo: Frederic Massara, nominato direttore sportivo l’estate scorsa in sostituzione di Florian Maurice e alla guida di questi deludenti acquisti. “Sono molto deluso dalla squadra, assolutamente. Ci sarà tempo per fare il punto, non preoccupatevi”, ha detto l’ex direttore sportivo dell’AS Roma.
In un’intervista con Ouest-France questo venerdì, Arnaud Pouille ha dato un po’ di chiarezza al suo direttore sportivo datando le difficoltà del club prima del suo arrivo. “Questo club è in un ciclo discendente da un anno, non è il lavoro di una persona sola”, dice, riferendosi alla finestra di mercato invernale del 2024 in cui l’incertezza incombeva sul futuro. di Florian Maurice (ora al Nizza) a pochi mesi dalla partenza, ancora inspiegabile, di coach Bruno Genesio.
“Nemmeno Frédéric si sottrae alle sue responsabilità”, promette Pouille. “Nessuno difende l’indifendibile. L’ho già detto e lo ripeto: l’estate scorsa è stato colto da un’ondata di partenze statisticamente eccezionale, ma non per questo non si assume le sue responsabilità su un certo numero di argomenti”. Al punto da pensare di andarsene? “Senza essere angelico, Frédéric è una brava persona, un essere umano toccato nel suo orgoglio, consapevole di partecipare a certe decisioni che non sono delle più felici dallo scorso giugno. Non nega. “
Nominato lo scorso ottobre – quindi dopo il mercato estivo guidato da Massara – Pouille ha notato fallimenti nei profili presi di mira, soprattutto nello stato d’animo. Agli 80 milioni di euro spesi l’estate scorsa, il Rennes ne ha spesi altri 20 per Seko Fofana e 15 per Brice Samba a gennaio per rafforzare questa squadra in declino. E il club bretone promette di non fermarsi qui prima della chiusura del mercato che dovrebbe muoversi anche nella direzione delle partenze. Ma dietro le quinte non sarebbe così semplice. Secondo L’Equipe, Frederic Massara e Jorge Sampaoli non sono proprio sulla stessa lunghezza d’onda per quanto riguarda i profili presi di mira. Quanto basta per rendere un po’ più tenera la fine del periodo di mercato, dove non esiste più il diritto di sbagliare.
Nicolas Couet Giornalista RMC Sport