Brutto sogno per Valérie Plante: si verifica lo scenario peggiore

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Paul Arcand non è solo un titano della radio che ha lasciato il segno nel Quebec.

Ormai è diventato una figura quasi mitologica nella sfera pubblica.

Dopo aver salvato il Gran Premio di Montreal denunciando le pecche dell’amministrazione di Valérie Plante, continua a fare notizia, ma questa volta dalle pagine della stampa.

Infatti, Arcand, ora editorialista, ha scelto di scrivere un articolo su Denis Coderre, il nemico giurato di Plante, aggiungendo così uno strato di ironia a una saga politica che sembra infinita.

Ricordiamo che tutto è iniziato quando Paul Arcand ha sferrato un colpo mortale a Valérie Plante sottolineando con sarcasmo l’assurdità di alcune misure comunali, in particolare la chiusura degli spalti durante il Gran Premio di Formula 1.

Da quel momento in poi, Plante vide la sua popolarità crollare a una velocità vertiginosa. Questo giorno divenne quello dell’umiliazione pubblica di Valérie Plante. E quello fu il giorno in cui il Gran Premio di Montreal venne salvato.

Perché la non avrebbe mai accettato di tornare a lungo termine con il “sindaco verde” come sindaco.

La controversia sul Gran Premio era solo la punta dell’iceberg: ingorghi cronici, piste ciclabili controverse e una crescente disconnessione dalle esigenze dei commercianti alla fine hanno smorzato le sue ambizioni per un terzo mandato.

Mentre Valérie Plante annuncia che non si ricandiderà nel 2025, Arcand, divenuto editorialista, ribadisce il concetto pubblicando un’analisi dettagliata su Denis Coderre, ex sindaco di Montreal e storico rivale di Plante.

Coderre, spesso percepito come un politico tenace, tornò alla ribalta della scena politica, questa volta con ambizioni provinciali.

Nel suo articolo, Arcand descrive un Denis Coderre che rifiuta di aspettare che qualcuno pensi a lui.

“Quando ho chiamato, ho posto tre domande. Il primo: “Mi vedete come Primo Ministro?” Secondo: “Ho la credibilità e l’esperienza?” E terzo: “Ho mancato un appuntamento?” »riferisce Coderre.

Quest’ultimo, che ora si candida alla guida del Partito Liberale del Quebec, non si lascia sconfiggere da critiche o ostacoli.

Nonostante le sconfitte come sindaco di Montreal contro Valérie Plante, Denis Coderre resta un formidabile animale politico. Arcand, nel suo articolo, dipinge un uomo che non si arrende mai.

Riconosce i dubbi che circondano Coderre, soprattutto da parte di liberali anonimi che lo considerano un politico d’altri tempi.

Ma Coderre respinge queste critiche:

“C’è un gruppo dirigente del PLQ che pensa più ai propri interessi che a quelli del Quebec. »

Arcand non esita a evidenziare i punti deboli di Coderre, ma mette in luce anche la sua eccezionale resilienza.

L’ex sindaco parla apertamente del suo stato di salute, dicendo che si è completamente ripreso dall’ictus:

“Ho il via libera dai miei medici. A volte sembro strano, ma va bene. »

Questa trasparenza, unita ad una feroce campagna sul campo, fa di Coderre un candidato che non sarebbe saggio sottovalutare.

Per Valérie Plante, questa pubblicazione sulla stampa è un’umiliazione estrema. Vedere Arcand, che ha già minato la sua carriera radiofonica, mostrare ora interesse per il suo rivale Denis Coderre è un duro colpo.

Soprattutto perché tutti si rendono conto che Coderre non ha distrutto Montreal come lei. E che lo sport sarebbe molto migliore in Quebec.

È difficile ignorare il simbolismo che emerge dalla strana complicità mediatica tra Arcand e Coderre.

Colui che ha fatto della resurrezione dell’Expo una missione personale e ha considerato il Gran Premio un gioiello essenziale per la vitalità economica e culturale di Montreal si ritrova oggi complimentato da Paul Arcand che non perde occasione per evidenziare i fallimenti di Valérie Plante.

Il contrasto è sorprendente. Denis Coderre, nonostante le sue successive sconfitte elettorali, rimane un simbolo di eccessiva ambizione e resilienza.

Ha sempre presentato progetti grandiosi, a volte controversi, ma spesso portatori di una visione a lungo termine per Montreal.

Portare una squadra di baseball professionistica nella metropoli era per lui molto più di un sogno sportivo: era una strategia economica per riaffermare la posizione di Montreal sulla scena internazionale.

Quando Arcand elenca gli errori di Valérie Plante – dagli ingorghi che strangolano i quartieri agli sprechi amministrativi come quello della Coppa dei Presidenti – evidenzia implicitamente ciò che ha contraddistinto Denis Coderre: un’attenta preparazione e un approccio pragmatico, anche se a volte contaminato da ego e accesi dibattiti pubblici.

Coderre, del resto, non ha mai nascosto il suo attaccamento alla F1. Per lui l’evento non era solo una festa; era una pietra angolare della strategia turistica ed economica di Montreal.

Vederlo menzionato con rispetto negli scritti di Arcand rafforza l’idea che, nonostante gli errori del passato, Coderre era un uomo d’azione e di visione: tutto ciò che Valérie Plante sembrava incarnare all’inizio del suo mandato, prima di perdersi in iniziative mal accolte dal popolazione.

C’è anche qualcosa di sorprendentemente ironico nel fatto che Arcand, che ha contribuito a demolire l’eredità politica di Plante, stia fornendo una piattaforma positiva al suo più grande rivale.

Descrivendo nel dettaglio le iniziative e la strategia di Coderre, dà a quest’ultimo una rinnovata legittimità, un respiro politico che potrebbe riportarlo alla ribalta.

Senza sopraffarlo per i suoi insuccessi. Perché anche Coderre non nasconde i suoi problemi finanziari. I suoi problemi con l’Agenzia delle Entrate canadese e Revenu Québec, sebbene imbarazzanti, vengono affrontati con uguale disinvoltura:

“Non mi interessa se piaccio o non piaccio a qualcuno. Ma l’ho trovato economico. »

Promette che l’imminente vendita della sua casa risolverà questi problemi, ma il semplice fatto che ne parli apertamente è un atto raro in politica.

La storia personale di Denis Coderre non può essere ignorata quando si valuta il suo ritorno in politica. Il suo ictus nel 2017 ha lasciato il segno, ma ne parla con una franchezza disarmante.

Questa trasparenza sulla sua salute, unita al suo percorso spirituale – attribuisce la sua guarigione all’intervento divino – contribuisce a umanizzare una figura spesso percepita come arrogante.

Per Valérie Plante, questa svolta deve essere particolarmente amara: non solo vede criticato il suo passato, ma assiste alla rinascita dell’uomo che pensava di aver sconfitto definitivamente.

Paul Arcand non si accontenta quindi di svolgere il ruolo di osservatore neutrale. Attraverso le sue analisi, modella il discorso politico e riposiziona Denis Coderre come una figura essenziale nella politica del Quebec.

Nonostante la sua fiducia e il suo carisma, Denis Coderre riceve ancora critiche per il suo stile di leadership. Alcuni lo considerano “un appuntamento del passato”, un politico d’altri tempi.

Le sue successive sconfitte come sindaco di Montreal contro Valérie Plante, il peggior sindaco della storia di Montreal, sono usate come prova della sua incapacità di adattarsi alle nuove aspettative degli elettori.

Tuttavia, i suoi alleati (compreso Arcand) insistono nel dire che è l’unico candidato con l’esperienza e la notorietà necessarie per affrontare le sfide attuali.

Denis Coderre resta un enigma per i suoi avversari. Sebbene molti lo vedessero indebolito e sopraffatto, lavorò instancabilmente per ricostruire la sua rete politica.

“I presidenti delle associazioni, i sindaci, le Camere di commercio… è una macchina! “, confida un influente liberale.

Nel frattempo, Valérie Plante, privata del suo futuro politico, continua a vedere il suo passato sezionato e criticato dall’uomo che, innegabilmente, rimarrà uno dei suoi più grandi detrattori.

D’ora in poi Paul Arcand è ovunque: scrive, analizza, influenza. Per Plante diventa un fantasma che la perseguita, ricordandole costantemente l’amaro fallimento delle sue ambizioni politiche.

Alla fine, Paul Arcand non si accontenta di ritirarsi; ridefinisce il suo ruolo nello spazio pubblico.

Non contento di aver salvato il Gran Premio di Montreal e di aver accelerato la caduta di Valérie Plante, attacca ora figure politiche decisive come Denis Coderre.

Con ogni parola, ogni articolo, continua a dare forma alle discussioni e a ricordarci che è, innegabilmente, una forza a cui non si può sfuggire.

Per Valérie Plante, la storia è sigillata: Arcand non solo ha mandato in frantumi la sua carriera, ma continua a segnare il panorama politico di Montreal con una rilevanza e un’influenza che nulla sembra scuotere.

In questa saga l’ultima parola spetta sempre a Paul Arcand.

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