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Adèle Hugo (1830-1915): Melodie su poesie di Victor Hugo (Nuits de Juin; Punizioni; Canti del crepuscolo; Flebile nescio quid; Il rimpianto; Canzone di Jean Prouvaire; Ciò che cantava Gavroche I, II e III; Inno dei trasportati ; Canzoni del crepuscolo I e II; L’uccello passa ancora; Con: Karine Deshayes, Sandrine Piau, Axelle Fanyo, Anaïs Constans, soprani; Isabelle Druet, mezzosoprano; Laurent Naouri, baritono. Coro (direttore del coro: Anass Ismat) dell’Opera di Digione. Orchestra Victor Hugo, direzione: Jean-François Verdier. 1 CD alfa. Registrato nell’aprile 2023 presso l’Auditorium della Cité des arts di Besançon e il 5 luglio 2024 presso lo Studio dell’Orchestre National d’Ile de France. Istruzioni trilingue (francese, inglese, tedesco) e libretto bilingue (francese, inglese). Durata totale: 57:52
Alfa
È finalmente giunto il momento di far sentire le voci delle compositrici dimenticate dalla storia della musica. Con una costante ispirazione melodica, la produzione di Adèle Hugo tocca immediatamente il cuore. Un disco molto grande di melodie, orchestrate da Richard Dubugnon ed eseguite da una schiera di nomi affermati del canto francese.
Finora Adèle Hugo si chiamava Adèle H. Il film di François Truffaut, magnifico com’era, sembrava aver definitivamente tracciato per i posteri il ritratto dell’ultima nata del grande scrittore francese. Credevamo di sapere tutto di colei che, dopo che la follia ossessiva della passione amorosa l’aveva allontanata dalla società degli uomini (questo era lo scenario di La storia di Adèle H.), infatti sopravvissero ai suoi genitori e all’insieme dei fratelli che furono decimati troppo presto. Colei che era stata “un enigma” per il suo illustre padre (il grande letterato arrivò a confidare in una sua poesia i suoi dubbi sulla propria paternità), e sembrava inscritta per sempre sulle tavolette della Storia di una malata trascinata per vent’anni nelle case di cura, risulta essere oggi, nell’anno del 110° anniversario della sua morte, una compositrice. Inoltre, molto ispirato.
Le 14 melodie portate alla luce grazie agli interessi congiunti di Odile Blanchette, curatrice della Hauteville House (la casa-museo di Guernsey dove Adèle visse per un periodo con il padre dopo l’esilio di quest’ultimo), del compositore Richard Dubugnon, di Jean-François Verdier , direttore dell’Orchestra Victor Hugo, dimostrano tutti un senso melodico che ricorda quello del genio di Berlioz. Niente zucchero, niente naftalina. Efficienza che non fa mai rima con facilità. Del Punizioni A Miserabilitutte queste melodie senza eccezione pongono la loro musica ai piedi dei versi del grande uomo. Per quale mistero quest’ultimo, il cui umanesimo continua a penetrare le nebbie degli eccessi del Mondo, potrebbe non riconoscere il genio musicale di sua figlia, la quale, apprendiamo anche, non fu solo autrice di una conseguenza Diarioma anche un virtuoso del pianoforte? Quando conosceremo il potere terapeutico della musica sul cervello umano…
Si sarebbe detto che la malinconia fosse padrona di casa della produzione musicale di una giovane donna dal destino così accidentato: è lì (incinta Canzone del crepuscolo I, Notti di giugno, Non so perché) ma accanto alla felicità (La canzone di Jean Prouvaire) come energia militante (quella beethoveniana Ciò che Gavroche ho cantatomolto vicino ad alcune canzoni diEgmont). Il magnifico Di nuovo tuo riuscì addirittura a compiere il miracolo di unire i profumi del grande Ettore con quelli del divino Mozart. Vogliamo canticchiare tutto, o addirittura marciare in processione con l’irresistibile Inno dei trasportati. Insomma, uno di quei dischi emozionanti che appena finisci ti viene voglia di riascoltarlo.
L’album, straordinariamente progettato, intervalla questa magnifica antologia vocale con cinque melodie senza parole (e anche quasi senza titoli), duetti strumentali in cui alcuni solisti dell’Orchestra Victor Hugo possono brillare in completa intimità. Sotto la direzione di Jean-François Verdier, la falange bisontina (rimaniamo nel paese degli Hugoli, l’antica città spagnola è, come sappiamo, la città natale dello scrittore) accompagna l’apertura di questo baule di pepite con commossa contemplazione. Più copioso che durante il concerto tenuto nel 2023 al Théâtre Ledoux e l’estate successiva al Festival Berlioz, il disco lo è anche in termini di interventi cantati poiché le pioniere Isabelle Druet e Anaïs Constans dell’epoca, si precipitarono verso altri favoriti del momento: Karine Deshayes, Sandrine Piau, Axelle Fanyo e persino Laurent Naouri.
Sarebbe inopportuno cavillare con qualche consonante evanescente qua e là, poiché ci guadagna la possibilità di una registrazione sonora che mira a fare di questo meraviglioso bouquet di cantanti uno strumento tra gli altri, con l’obiettivo di far funzionare il superbo suono intrapreso nell’arco di cinque anni da Richard Dubugnon (secondo il compositore, non solo doveva orchestrare, ma anche ordinare, completare). È con il cuore teso e l’occhio umido che col lamento sublime Pregate per i morti, detto come dall’oltretomba da una Isabelle Druet sontuosamente discreta, ci congediamo da Adèle Hugo, compositrice francese.
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Adèle Hugo (1830-1915): Melodie su poesie di Victor Hugo (Nuits de Juin; Punizioni; Canti del crepuscolo; Flebile nescio quid; Il rimpianto; Canzone di Jean Prouvaire; Ciò che cantava Gavroche I, II e III; Inno dei trasportati ; Canzoni del crepuscolo I e II; L’uccello passa ancora; Con: Karine Deshayes, Sandrine Piau, Axelle Fanyo, Anaïs Constans, soprani; Isabelle Druet, mezzosoprano; Laurent Naouri, baritono. Coro (direttore del coro: Anass Ismat) dell’Opera di Digione. Orchestra Victor Hugo, direzione: Jean-François Verdier. 1 CD alfa. Registrato nell’aprile 2023 presso l’Auditorium della Cité des arts di Besançon e il 5 luglio 2024 presso lo Studio dell’Orchestre National d’Ile de France. Istruzioni trilingue (francese, inglese, tedesco) e libretto bilingue (francese, inglese). Durata totale: 57:52
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